Per quanto si possa avere le tasche gonfie e per quanto ci siamo fatti spesso portavoce del fatto che la nautica non è per forza un’attività di lusso, di fatto possedere una barca comporta dei costi. Questo è inconfutabile e non parliamo soltanto del costo di acquisto dell’imbarcazione, quanto piuttosto di tutte quelle spese da sostenere per la manutenzione e la gestione della barca.
Ormeggio, alaggio, varo, assicurazione, manutenzione ordinaria e straordinaria… chi possiede una barca sa bene che non parliamo di noccioline!
Per questo motivo dovremmo rinunciare alla nostra barca? Non ancora!
Sommario Articolo
Si può risparmiare sul costo di mantenimento dello yacht
Se c’è un aspetto utile dei tempi di crisi economica è che la difficoltà spinge le persone ad ingegnarsi per cercare di mantenere il più possibile le proprie abitudini. Non a caso, proprio in questi anni si è cominciato a parlare di Boat Sharing!
Ma in cosa consiste esattamente il boat sharing?
Letteralmente “condivisione della barca” significa ospitare altre persone a bordo, in cambio di un compenso o di una partecipazione alle spese. In realtà il termine boat sharing è estremamente generico, esistono tanti modi e gradi per “condividere” la propria barca. Sostanzialmente si può co-possedere l’imbarcazione, cederne l’utilizzo completo per periodi più o meno lunghi, oppure si possono ospitare persone e gruppi facendo da skipper alla propria barca.
Esistono aziende e portali web che offrono questo servizio, oppure si può fare tutto da soli.
Vediamo tutte le attuali possibilità:
1 – Associarsi a Med Boat Sharing
Se parliamo di boat sharing Med Boat è la realtà italiana più nota. Si può diventare:
- OWNER Per diventare soci owner bisogna acquistare una barca nuova (volendo Med Boat sharing affianca l’armatore anche nella fase di acquisto) e inserirla nel programma di gestione. Durante gli anni di validità del contratto l’armatore non deve preoccuparsi di nessun aspetto della gestione (solo del leasing e dell’eventuale tassa di possesso). Può utilizzare l’imbarcazione fino a 90 giorni l’anno, con la garanzia che la barca verrà utilizzata nel tempo restante da massimo 7 soci, nel massimo rispetto.
- CO-OWNER diventare co-owner significa acquistare una quota dell’imbarcazione, assieme ad altri 2 o 3 armatori. Med Boat Sharing segue tutto il processo, a partire dall’acquisto e si occupa della gestione dell’imbarcazione per i primi 5 anni. Ogni armatore ha a disposizione la barca per 90 giorni l’anno a fronte del pagamento di una quota che comprende tutto.
- SOCIO diventare socio è la cosa più semplice. Non si diventa proprietari dell’imbarcazione ma si ha la possibilità di usare sempre la stessa barca per massimo 45 giorni l’anno. Anche in questo caso Med Boat Sharing si occupa di tutto, è sufficiente pagare la propria quota per trovare l’imbarcazione in porto, sempre pronta a prendere il largo.
2 – Iscriversi su Sailsquare, GoSaily o Bluewago
Nel caso in cui vogliate ospitare persone a bordo in vostra presenza, organizzando delle vere e proprie crociere o weekend, esistono numerose possibilità per promuovere le vacanze in barca. Le migliori, secondo me sono i portali web Sailsquare, GoSaily e Bluewago. Tutti e tre permettono di inserire gratuitamente proposte di vacanza, che vengono ampiamente promosse, in cambio di una percentuale a vendita conclusa. La dimensione “social” di questi portali rende tutto più divertente e poco formale, perché andare in barca deve rimanere un piacere!
Gli stessi portali web permettono di offrire anche l’imbarcazione senza equipaggio ma ad alcune condizioni.
3 – Sfruttare la nuova normativa sul noleggio occasionale delle imbarcazioni
Un’altra possibilità per ripagare, almeno in parte, i costi di gestione della barca è quella di noleggiare autonomamente la propria barca.
Dal 2012 la normativa sul noleggio occasionale delle imbarcazioni consente a tutti gli armatori, che non svolgono regolare attività di charter, di noleggiare la propria imbarcazione. Non c’è più bisogno di nascondersi o di inventare strane storie in caso di controllo, è sufficiente avvertire l’agenzia delle entrate e la capitaneria di porto prima di mollare gli ormeggi. I proventi dichiarati sono soggetti ad un imposta sostitutiva del 20% ma esiste un limite di 42 giorni complessivi di noleggio.
Nel caso scegliate questa opzione però attenzione: non ci si può improvvisare noleggiatori!
Pianificate bene tutti gli aspetti, prevedete di fare maggiori controlli sullo stato dell’imbarcazione, organizzatevi bene per la pulizia, check-in, check-out e soprattutto vi servirà una buona polizza assicurativa. Sarà vostro dovere consegnare la barca in condizioni impeccabili e controllare a fine noleggio che non abbia subito danni!
4 – Mettere la barca a disposizione di Circoli e club nautici
I circoli nautici e le scuole di vela sono spesso alla ricerca di imbarcazioni per poter svolgere le loro attività. Non è difficile perciò trovare un club a cui “prestare” la barca, in cambio di una percentuale sui proventi, una quota fissa o semplicemente una compartecipazione delle spese di gestione.
Nel caso in cui la vostra barca non sia più giovanissima questa è forse l’opzione migliore.
Contattate la sede della lega navale, il circolo velico o il club nautico della vostra città e cercate di costruire un accordo vantaggioso per entrambi.
5 – Dare la barca in gestione ad un Charter
Ultima, non certo per importanza, esiste la possibilità di dare in gestione la barca ad una società di charter. Dovrete firmare un contratto che normalmente prevede una percentuale sui proventi e/o una quota fissa per l’armatore, in cambio del pieno utilizzo della barca per la gran parte dell’anno. Di solito è prevista qualche settimana per la vacanza del proprietario ma, all’infuori di quel periodo, sarà come se la barca non fosse vostra e non potrete utilizzarla. Sempre nella maggioranza dei casi il charter si accolla tutte le spese di manutenzione ordinarie e il posto barca, mentre restano a carico del proprietario la manutenzione straordinaria e l’eventuale tassa di possesso sull’imbarcazione.
Il mio consiglio: prima di firmare il contratto indagate bene sulla serietà del charter e (soprattutto in caso di ricavi in percentuale) controllate con che frequenza vengono affittate le imbarcazioni già in uso alla società. Esiste sempre il rischio di concedere la barca e vederla uscire una sola settimana all’anno!
Grazie per essere arrivato/a a leggere fino a qui! Se vuoi raccontarmi la tua strategia per abbattere i costi o se vuoi dire la tua usa lo spazio per i commenti. Ogni contributo è gradito!