Chi di voi, acquistando un imbarcazione non si è fatto domande sulla sua sicurezza? Una barca è una barca e, proprio per quello che dovrà affrontare, la sua sicurezza è senza dubbio l’aspetto più importante. Su questo saremo facilmente tutti d’accordo, ma quale è la barca più sicura al mondo? Cosa, la rende tale? Come facciamo a scegliere una barca sicura?
Tutte queste domande le abbiamo fatte a Pierpaolo Ballerini, ingegnere ed ex proprietario del cantiere Azuree, che alle barche dedica tutta la sua professionalità.
Qual’è la barca più sicura in assoluto? Esiste?
Sommario Articolo
La barca sicura non esiste. La barca più sicura è quella scelta e manutenuta da un equipaggio preparato in base al programma di navigazione.
Se si deve fare salvataggio di surfisti con onde frangenti si usa (oggetto che non amo particolarmente) una moto d’acqua. Per andare a pesca a 20 miglia dalla costa della Florida l’imbarcazione più sicura è un motoscafo con 3 motori da 300 HP che ti permette di rientrare in 15 minuti (altro oggetto che non mi fa impazzire).
All’ultima Middle Sea Race vi erano 2 J 122, uno ha vinto e uno si è ritirato abbandonando la barca. Nella medesima regata un vecchio Oyster ha danneggiato il timone, ma manovrando con le ancore galleggianti e grande perizia è tornato fino al ridosso di Pantelleria. Su quale barca vi sareste sentiti più sicuri? Questo per evidenziare il ruolo e l’importanza dell’equipaggio, in un senso e nell’altro (basta ricordare l’errore di team Vestas).
Esistono cantieri che puntano sulla sicurezza più di altri?
Dopo l’introduzione delle normative CE alla fine degli anni 90, e passato un periodo di “assestamento”, credo che si possa dire che la maggior parte delle barche attualmente in produzione sia sicura in rapporto al loro corretto utilizzo.
Certamente vi sono cantieri che puntano più di altri sulla sicurezza, bisogna però distinguere un fatto emotivo legato al brand da una reale cura costruttiva. Purtroppo non sempre coincidono. Ad esempio con le moderne tecnologie di calcolo e di costruzione si possono fare barche che resistano al “grounding” (sbattere a velocità di crociera contro un’ostacolo rigido con la chiglia); questo comporta un piccolo sovraccosto e un irrisorio aumento di peso, ma pochi cantieri lo fanno.
Il lavoro da fare è cercare di oggettivizzare il concetto di sicurezza, al di là del nome del cantiere, e in base al proprio programma di navigazione.
Quali caratteristiche rendono una barca più o meno sicura?
La capacità di affrontare il mare in qualunque condizione senza danni e mantenendo una buona facilità di conduzione. Questo ovviamente si declina in differenti modi secondo le dimensioni e l’utilizzo.
Se parliamo di una barca a vela di 10/12 metri per utilizzo mediterraneo, possiamo evidenziarne alcuni: carena asciutta e stabile, un alto momento raddrizzante, costruzione in composito in sandwich sottovuoto, con materiali di qualità, doppio timone indipendente, pozzetto ergonomicamente corretto, manovre rinviate in pozzetto, possibilità di montare una trinchetta, chiglia e strutture dimensionate correttamente (grounding), un numero di appigli sufficienti (tientibene e agganci cinture di sicurezza), un boma più alto delle teste, un motore entrobordo efficiente etc.
Pesantezza è sempre sinonimo di stabilità?
Ci sono varie teorie. Per me no assolutamente, una barca leggera, ben costruita, è decisamente meglio, sia alle andature portanti che di bolina. La navigazione con le barche moderne permette di fuggire al mare di poppa con buone velocità, riducendo il vento apparente e il rischio di ingavonare.
Questo vale per una barca da crociera, che sfrutti al meglio le nuove forme di carena e le relative tecnologie di costruzione, non per una barca leggera perché si è messo “poco”materiale! È una questione di filosofia di progetto, che deve partire fin dall’inizio, in maniera cooerente. Un Class 40 “appesantito” da interni da crociera sarà meno sicuro di una barca di forma simile ma nata e concepita per questi pesi.
Su questo ovviamente troverete opinioni opposte, anche da parte di persone competenti!
I nuovi modelli vengono sottoposti a dei test specifici?
In generale un progetto deve rispettare le norme CE e non sono previsti test sull’imbarcazione finita, ma solo su provini di materiali. Il dimensionamento delle strutture si può fare in maniera “tradizionale” secondo tabelle che tengono in conto essenzialmente gli spessori in base alla distanza libera fra le strutture di rinforzo, oppure in maniera “moderna”, analizzando le strutture con programmi di simulazione agli elementi finiti (FEM). Queste nuove metodologie di calcolo, se ben usate, possono portare a simulare gli stress delle strutture in maniera affidabile, permettendo alleggerimenti dove non serve e rinforzando le aree critiche. Questo è un po più complicato e necessita di molte informazioni sui materiali ed è sicuramente più costoso di una progettazione “tradizionale”. Un grande aiuto viene ora anche dalla simulazione fluidodinamica delle carene (CFD) che permette di ottimizzare i disegni preventivamente.
Quali consigli daresti a chi è in cerca di un imbarcazione?
Sono poche le barche sbagliate, sono molte di più le barche non adatte alle proprie esigenze.
Quindi l’unico consiglio è quello di chiarirsi bene le idee prima di analizzare un possibile acquisto: che tipo di navigazione, quante persone, quante persone esperte nella conduzione, navigazioni lunghe e notturne, capacità di manutenzione, forza fisica, condizioni meteo prevalenti nella zona, pescaggio dei porti preferiti etc..
Dopo aver chiarito le proprie esigenze, meglio per iscritto, si può cercare di “oggettivizzare” la barca desiderata, fino a redarre una sorta di specifica tecnica: lunghezza, numero cabine, tipo di motore, tipologia di imbarcazione, tipo di costruzione, pescaggio etc. E poi cercare di confrontare questa specifica con le barche sul mercato, tenendo, ahimè, in conto anche il proprio budget.
Pierpaolo Ballerini, 53 anni. Ingegnere, proprietario del cantiere Azuree fino al 2010. Consulente in tecnologia e organizzazione per diversi cantieri nautici italiani ed esteri. Attualmente collabora con Comar alla realizzazione di una barca da lunghe crociere. Centinaia di miglia in barca a vela, molte in solitario, buon marinaio, mediocre regatante.
Ringrazio Pierpaolo Ballerini per aver chiarito i nostri dubbi sulla barca più sicura e invito tutti voi a dire la vostra nello sprzio dedicato ai commenti. Ci vediamo al prossimo articolo!