“Alcuni cambiamenti sono così lenti che non te ne accorgi, altri sono così veloci che non si accorgono di te” [Ashleigh Brilliant]
Non so ancora quanto siamo coscienti di quello che sta accadendo ma, se ci fermiamo un attimo ad osservare il mondo della nautica da diporto, ci accorgeremo di grandi cambiamenti in atto. Sta cambiando il modo di pensare, il modo di vivere il mare e con essi sono comparse nuove tecnologie, nuovi scafi, nuove tecniche costruttive, nuovi marina… Nel precedente articolo abbiamo parlato della prima delle innovazioni, che caratterizzano questa nuova rivoluzione nautica: gli Hydrofoil. Questa volta voglio andare alla scoperta di un altra novità, di cui sentiremo parlare sempre più spesso nel prossimo futuro: la stampa 3D.
Pensate che questa tecnologia è stata scoperta negli anni ’80 (non è perciò una grande novità) ma il suo sviluppo è stato reso possibile solo ora, grazie allo sviluppo di nuovi materiali e all’affinamento dei software di progettazione. Ci sono voluti oltre 30 anni per veder apparire questi oggetti sotto l’albero di Natale delle famiglie comuni. A livello industriale questa tecnologia viene già utilizzata (almeno a livello sperimentale) in molti ambiti come quello aeronautico, medico, robotica e design. Sono state addirittura stampate delle scarpe in 3D! Ma le barche? Qualcuno ha già applicato questa tecnologia in campo nautico? Certo che si!
Come funziona una stampante 3D?
Prima di parlare delle applicazioni in campo nautico facciamo un passo indietro per comprendere meglio come funziona questa nuova tecnica costruttiva. Una stampante 3D è una macchina in grado di creare un oggetto solito, partendo da un modello digitale in 3D, disegnato preventivamente al computer con specifici programmi di progettazione CAD. Invece che scavare il pezzo partendo da un blocco di materiale (come fanno le attuali tecniche di costruzione) la stampante 3D realizza l’oggetto per addizione di materiale, ovvero depositando il materiale su strati sovrapposti. Uno po come costruire castelli colando sabbia mista ad acqua!
I materiali comunemente utilizzati per la stampa 3D sono le “plastiche” come ABS, PLA e Nylon ma si può stampare anche con resine, bronzo, alluminio, acciaio inox, titanio… Fino ad arrivare a miscele più complesse come il Windform, un poliammide caricato di particelle di carbonio brevettato dalla CRP di Modena. La stampa 3D non solo dovrebbe ridurre i tempi di produzione e quindi i costi del prodotto finito, ma un giorno (forse neanche troppo lontano) potrebbe consentirci di progettare e produrre da soli gli oggetti desiderati.
Barche e stampa 3D
Come potrebbero mancare applicazioni della stampa 3D anche in campo nautico? Costruire un componente specifico, come un elica, un timone, un cuscinetto a sfera ecc è relativamente semplice (la difficoltà sta tutta nella scelta del materiale e nella progettazione) e ci sono già aziende in grado di stampare questo tipo di oggetti. Ma se volessimo stampare una barca intera?
Non è fantascienza, esiste già un prototipo di barca stampata in 3D: il suo nome è Livrea 26 ed è un progetto tutto italiano. Si, avete capito bene, l’unico prototipo attualmente esistente è stato progettato e stampato in “casa” nostra e presentato per la prima volta al Miami Boat Show 2014.
La prima barca a vela stampata in 3D è stata concepita da Francesco Belvisi, General Manager della YAM-Marine Technology, giovane progettista palermitano (noto nell’ambiente per aver circumnavigato la Sicilia con il suo gommone a vela Maribelle 615), e dal designer Daniele Cevola, che insieme hanno fondato Livrea Yacht Italia.
Il prototipo è un modello in scala 1:14 di un day sailer lungo 8 metri e largo 3 metri, che può ospitare fino a 6 persone. Il suo design è ispirato alle lance pantesche, antiche imbarcazioni tipiche dell’Isola di Pantelleria, che un tempo venivano costruite con legno di gelso e pino marino. Grazie alla collaborazione con CRP Technology l’imbarcazione verrà prodotta a Modena, utilizzando materiali già impiegati in Formula Uno.
Livrea Yacht al momento è alla ricerca di finanziamenti per poter iniziare la produzione vera e propria ma, secondo me, vedremo presto le sue barche solcare il mare!
Siamo di fronte ad una svolta? È già finita l’era degli stampi e della vetroresina?
Vi lascio con l’avvincente video di Livrea Yacht Italia e vi invito ad usare lo spazio dei commenti per dire la vostra!