Cosa rispondereste se vi dicessero che non è più necessario applicare l’antivegetativa alla vostra barca? Considerando l’enorme risparmio di tempo e denaro che questo comporterebbe immagino che sareste felici di ricevere una tale notizia, così come gran parte degli armatori di tutto il mondo. La manutenzione della carena è attualmente una delle voci di costo che più incidono nel bilancio annuale di un’imbarcazione e, per chi fa da se, un grosso e impegnativo lavoro. Oltre a questo fatto le vernici antivegetative sono terribilmente nocive per l’ambiente a causa degli agenti chimici che contengono. Pensate quante di queste sostanze vengono continuamente liberate in mare da imbarcazioni e navi!
Diverse aziende, start-up e ricercatori da ogni parte del mondo stanno da tempo cercando di risolvere il problema, elaborando sistemi alternativi per contrastare il fenomeno del fouling e mantenere pulita la carena più a lungo possibile.
Nel precedente articolo abbiamo scoperto cosa sono le incrostazioni che si formano sullo scafo e perché, come funziona l’antivegetativa, ogni quanto occorre fare carena e i costi. In questo articolo approfondiremo invece il discorso delle “alternative”: quali sistemi sono già in commercio, quanto funzionano, dove si acquistano…
Sistemi antifouling a ultrasuoni
I sistemi a ultrasuoni sono una delle alternative più promettenti all’antivegetativa. Sono già in commercio da qualche anno perciò non è difficile trovare nel web feedback di chi già li sta utilizzando sulla propria barca,
L’apparecchio è costituito da un’unità di controllo e un numero di trasduttori ad ultrasuoni che varia a seconda della lunghezza dello scafo. Quando il sistema è attivo i trasduttori emettono ultrasuoni in diverse frequenze, creando un sottile strato di micro bolle d’aria per il fenomeno conosciuto come “cavitazione”. Questo rende difficile l’attecchimento di organismi incrostanti e alghe, inoltre le onde ultrasoniche danneggiano le cellule delle alghe e degli altri micro organismi.
L’installazione di questi dispositivi è molto semplice e non necessita di tecnici specializzati. I trasduttori possono essere posizionati, a seconda dei modelli, sia in acqua che all’interno dello scafo; in ogni caso non è necessario forare lo scafo in nessun punto.
L’antifouling a ultrasuoni non rilascia in alcun modo sostanze chimiche tossiche nell’ambiente e, grazie alla sua azione limitata allo scafo non costituisce un pericolo per l’ecosistema acquatico. Allo stato attuale questa tecnologia non è in grado di sostituire del tutto la vernice antivegetativa ma può prolungarne significativamente la durata, fino a anche a raddoppiarla.
Pellicola antivegetativa
Quando abbiamo parlato del boat wrapping, tra i nostri primi articoli, non erano ancora state inventate delle pellicole applicabili all’opera viva; oggi diverse aziende promettono effetti antifouling quasi miracolosi. Le tecnologia è nuova e a fronte di costi ancora alti (si parla di 5200 euro per una barca di 7,50 metri) non si conosce la durata effettiva della pellicola immersa e sottoposta alla normale usura; teoricamente si parla di una durata di circa 5 anni.
Le aziende che propongono questa tecnologia sono diverse, tra le quali vi nomino le europee Uniflow e Micanti. Potete facilmente trovarle tra gli stand dei principali saloni di settore e, perché no, magari scambiare qualche chiacchiera per saperne di più.
Esistono fondamentalmente due tipologie di pellicole con due principi diversi di funzionamento:
- una è dotata di microfibre che muovendosi con la corrente o con la navigazione rallentano il fenomeno del fouling;
- l’altra si basa sulle proprietà del silicone, che crea una superficie troppo liscia per la colonizzazione degli organismi.
Entrambe le pellicole antivegetative agiscono senza l’ausilio di sostanze chimiche nocive per l’ambiente, pertanto anche una loro diffusione potrebbe essere un grande passo avanti nel rispetto dell’ecosistema marino.
Altri sistemi antifouling
Ultrasuoni e pellicole non sono gli unici sistemi alternativi esistenti, c’è chi ha pensato ad esempio ad un lavaggio selfservice per carene che, se utilizzato frequentemente può arrivare a sostituire completamente l’antivegetativa.
Oppure ancor più semplicemente esistono dei sistemi per tenere la barca in acqua ma non a contatto con essa. La DOCKPRO propone ad esempio delle specie di “piscine” da tenere nel posto barca abituale, in cui la barca rimane praticamente sottovuoto. Non ho mai visto questo sistema in Europa ma so che in Australia è molto utilizzato.
Sembra ormai chiaro che l’epoca delle antivegetative stia finendo… In quanto tempo le vernici verranno completamente sostituite dalle nuove tecnologie chissà, forse le alternative sono ancora da perfezionare. O forse non dobbiamo ricercare una soluzione unica ma solo quella adatta al nostro caso. Voi che ne pensate?