Nel precedente articolo abbiamo visto come si calcola una rotta nautica ma una volta zio Pino mi disse: “Certo è che si possono tracciare rotte e farci sopra tutti i calcoli che si vogliono, ma solo dopo che si è deciso dove andare e quando andarci”.
Poiché zio Pino ha rappresentato per me la quintessenza della saggezza per mare, mi sono ben guardato da considerare la frase precedente come una sconcertante banalità. Infatti le mie esperienze poi mi hanno insegnato che ho avuto ragione.
Quante volte l’equipaggio dell’ imbarcazione da diporto resta deluso nei confronti del suo “comandante” e si sfoga dicendo: “Non pensavo che si arrivasse così tardi!”, oppure: “Ma che razza di vento contrario abbiamo incontrato!”, o ancora: “Che notte! L’ancora che arava e noi fuori in mutande a prendere freddo!” In effetti la scelta di dove andare e quando andarci deve essere sempre frutto di un attento ragionamento a tavolino per non incorrere in situazioni spiacevoli o addirittura rischiose. Sostanzialmente la scelta di dove recarsi, ancor prima di tracciare la rotta sulla carta, deve sempre tener conto di una attenta valutazione delle previsioni meteo, delle scorte di bordo, dell’ospitalità e della sicurezza degli approdi di arrivo. Il primo dei punti precedenti è fondamentale.
Scegliere la rotta in base alle condizioni meteo
La riuscita di una crociera (o anche di un trasferimento) dipende dal grado di benessere che si riesce a trasmettere durante la navigazione e le soste. Così conoscere come si metterà il vento e il mare nelle prime dodici ore (e nelle dodici ore successive, ritenendo che anche la notte seguente farà parte del benessere della crociera) permetterà di scegliere se andare a Est o a Ovest e quando farlo.
Se si è certi per esempio che nel pomeriggio soffierà un maestrale moderato, si potrà partire con comodo la mattina sapendo di poter contare nelle ore pomeridiane del vento e mare a favore nel caso si voglia dirigere per SE (caso comune se dall’Istria si vuole scendere alle isole Dalmate); ma se si vuole fare il contrario, cioè risalire verso NW, sarà bene anticipare la partenza alle prime ore del mattino per riuscire a percorrere un po’ di miglia prima di dover ridurre la velocità con mare di prua per le barche a motore o rallentare la risalita con dispendiosi bordeggi di bolina per le barche a vela.
Nel caso poi siano attese perturbazioni col susseguirsi di fronti caldi e freddi (qualche giorno di venti da moderati a forti da SW e SE e poi qualche giorno di venti forti da NE e NW) conviene rispettare gli eventi (e gli stomaci dell’ equipaggio) magari rinviando la partenza o riducendo le miglia di navigazione prevista rifugiandosi più frequentemente in mete più ravvicinate.
La scelta di dove ormeggiare o dare fondo (e soprattutto di quando arrivarci) diventa poi fondamentale quando sussiste la previsione di imminenti temporali. Personalmente ho una discreta esperienza dello scatenarsi di tali eventi lungo le coste Dalmate, dove so che essi provengono da direzioni comprese tra W e N, e più volte ho assistito alla loro breve ma distruttiva violenza; pertanto in questi casi scelgo baie o moli completamente protetti verso NW e, prima di andare a dormire o lasciare la barca per scendere a terra, rinforzo gli ormeggi e mi assicuro della loro tensione.
Ho visto ancore arare, ho visto barche scontrarsi all’ancora e so di barche affondate accanto ai moli di pietra per temporali della durata di cinque minuti.
Ho anche visto maldestri (perché tardivi) tentativi di ormeggio nel bel mezzo dello scoppio di un temporale: delle vere e proprie situazioni con persone e barche sull’orlo di una crisi dei nervi!
In questi casi alle volte solo pochi minuti di vantaggio sul groppo in arrivo fanno la differenza.
Alle volte infine, per essere proprio dei bravi “comandanti” (dato che si presuppone già di essere dei bravi nonché mariti, padri e amici) occorrerebbe prevedere come si presenterà lo stato del mare all’ormeggio non solo quando si è arrivati, ma anche nel corso della notte e alle prime luci dell’alba. Infatti in una notte il vento può calare, girare e poi può crescere; fatto normalissimo che non crea inconvenienti se la barca è alla ruota o al gavitello, ma che può crearne se la barca è legata sia di prua che di poppa, proprio perché la barca non gira col vento. Così può succedere di addormentarsi ninnati dolcemente, ma di svegliarsi con rollate sempre più fastidiose e violente, con ovvie rimostranze da parte dell’ equipaggio.
Programmare delle tappe in base alle esigenze
Talvolta invece la scelta di dove andare ad ormeggiarsi può semplicemente dipendere da un bisogno impellente: per esempio si è rimasti senza acqua a bordo, oppure occorre fare carburante; sono scelte scontate ma obbligate che richiedono quindi una pianificazione di tutta la crociera (o del trasferimento) e non solo delle singole tappe giornaliere. Qualcuno potrebbe anche estendere tale impellente bisogno al fatto di avere esaurito le scorte di vino o birra, ma questi sono casi particolari di valenza limitata sui quali il saggio zio Pino non si è mai soffermato….Un esempio da imitare!
Organizzare la rotta in base agli approdi
Piuttosto non ultimo aspetto da considerare per scegliere dove andare e quando è l’ospitalità e la sicurezza dell’approdo di arrivo.
Ovviamente per conoscere tali caratteristiche di un dato posto bisogna esserci già stati o averne da qualcun altro informazioni dettagliate e sicure; solo così si saprà “se ci sono molti posti disponibili, oppure no”, “se si dorme tranquilli la notte, oppure se c’è baccano”, “se si balla perché c’è risacca, oppure se il bacino è un olio”, “se ci sono le docce calde, oppure se non ci sono nemmeno i wc”, “se c’è mondanità, oppure se ci sono solo le stelle che brillano in cielo”, “se c’è il profumo dei pini, oppure se c’è puzza di pesce”….
Tutti questi possono essere fattori secondari, ma per moglie e figli o amici (che rappresentano il nostro equipaggio) tre o quattro giorni a baie possono far venir loro voglia di un marina riparato con docce e servizi, così come dopo una notte in bianco per la vicinanza di strade e discoteche è giusto che possano chiedere di dormire nel silenzio assoluto di una baia solitaria.
Dal punto di vista strettamente logistico poi, l’arrivo ad alcuni approdi va programmato ad orario data la grande affluenza cui sono soggetti: ad esempio la baia di Maračol a Unije (Croazia), essendo il primo approdo sicuro dopo il Kvarner, è sempre soggetta a grande traffico, tanto che dalle ore sedici in poi di ogni giorno è difficile trovare un gavitello libero anche nei giorni lontani dal mese di agosto.
Talvolta però prevedere l’imprevedibile è proprio impossibile, anche per i bravi comandanti…
In questi casi è bene quindi dotarsi di moglie, figli e amici ricchi di comprensione.
59 anni, ingegnere romantico, sposato, divorziato, risposato, ho cambiato numerosi posti di lavoro, attualmente libero professionista, tre figli di cui uno adottato in Etiopia, navigo a vela da quando avevo 10 anni, ma amo anche la montagna e la bicicletta che mi mantiene sano (finora). Sono un anarchico cristiano.