Conviene acquistare o noleggiare la barca? Gran parte degli appassionati prima o poi arriva a porsi questa domanda e la risposta non è mai scontata. Io credo che si debba affrontare questo tema su due livelli diversi che potremmo definire l’uno abbastanza ovvio, l’altro invece piuttosto “intimo”.
Acquisto o noleggio secondo la logica
Il livello dell’ovvietà è rappresentato dalle circostanze oggettive, che praticamente consistono nel tempo a disposizione e nelle risorse economiche.
È del tutto ovvio infatti che se vivo a Treviso e voglio fare una crociera a vela nelle Andamane (i motivi non occorre che siano noti o condivisibili), risulta assai sconsigliabile comperarsi una barca nel Veneto e intraprendere un trasferimento fin lì; a meno che non si sia in pensione e si abbia ancora un’ età e delle risorse fisiche tali da affrontare una navigazione così lunga… Pertanto la scelta di un noleggio in loco è scontata, sempre che esista tale possibilità nelle Andamane.
Così come è altrettanto ovvio che se vivo a Cernusco sul Naviglio e ho solo cinque giorni di ferie a disposizione per veleggiare tra le Kornati, risulta assai sconsigliabile comperare una barca ormeggiata a Ravenna (o noleggiarla comunque in Romagna) dato che – con tale limitata durata di tempo a disposizione – dalle Kornati si riesce a malapena ad andarci e a tornarci; così diventa scontato noleggiarla sul posto per esempio a Vodice, Murter o a Biograd na Moru.
Ed è ancora più ovvio che se il mio budget mi consente di spendere per le ferie tre mila euro (che sono già un bel budget) con tale somma non è certo fattibile pensare di comperarsi la barca e soprattutto di mantenerla per tutta una stagione. Pertanto anche in questo caso il noleggio rappresenta la soluzione.
Quando invece da queste considerazioni si passa a esaminare l’oggetto in se, cioè la barca, allora i discorsi si fanno molto meno ovvi. È Il livello dell’ ”intimità”, dove regna la soggettività e dove pertanto ognuno di noi la può vedere in modo diverso.
Acquisto o noleggio, le considerazioni soggettive
Personalmente non ho mai preso una barca a noleggio; ne ho viste navigare parecchie, vi sono stato ormeggiato accanto molte volte, talvolta sono stato più volte reso partecipe delle esperienza di noleggio altrui; inoltre qualche rara volta ne ho dovute periziare per consigliarne o meno l’acquisto. Quindi alcuni spunti di riflessione, comunque del tutto soggettivi, mi sento in grado di farli. Innanzitutto non ho mai preso una barca a noleggio perché ne ho sempre posseduta una. Ho navigato spesso su barche non mie per trasferimenti o regate, ma si trattava comunque di barche non a noleggio.
Possedere una barca significa un enorme dispendio di energie, sia economiche che fisiche.
Una volta portai in un articolo del mio sito il paragone dell’impegno finanziario tra possedere una barca o un’auto: stimando per entrambe l’acquisto di un usato per un periodo di possesso di un quinquennio e mettendoci dentro ragionevolmente tutto (dall’assicurazione al carburante relativamente alle diverse durate dell’ uso dei due mezzi e alla successiva rivendita) ne usciva la parità di impegno tra una barca a vela di 9 metri e un’ auto di media cilindrata…
Ma resta poi da considerare il dispendio fisico di energie: in barca non è che ti ci siedi e ti fai trasportare, non è che parcheggi in tre secondi togli la chiave e vai a cena, non è che prendi in mano la spugnetta per togliere la mosca spiaccicata sul parabrezza e basta. In barca non stai quasi mai seduto…in barca devi sempre tenerti in equilibrio…in barca l’ormeggio può richiederti più di una mezz’ora di lavoro (e magari un’ altra ora in mutande alle 3 di notte per tirarti fuori da una situazione scabrosa)… in barca la pulizia e la manutenzione sono un lavoro che non ha mai fine, come quello della massaia…
Del resto più volte ho navigato con vento teso (qualche volta di burrasca) e sono spesso rimasto allibito dalle vele che vedevo a riva sulle barche a noleggio: o non ce n’erano proprio (anche con vento debole) o c’erano tutte con strutture sottoposte a sforzi inutili e dannosi (i rollafiocchi sono i primi ad andarsene, seguiti a breve distanza dalle balumine delle vele). Ovviamente ciò non si traduceva in una navigazione veloce, anzi!
Così come più volte mi sono trovato ormeggiato accanto a barche prese a noleggio e le situazioni più anormali le ho vissute sempre in tale contesto: ho penato nell’insonnia perché nel pozzetto della barca a fianco si faceva festa fino alle 2 di notte, o perché un paio di membri dell’equipaggio accovacciati nei sacchi a pelo in coperta mi deliziavano col loro russare tutta la notte; ho corso avanti e indietro sulla mia barca a sistemare i parabordi perché la barca a fianco non ne voleva sapere di entrare nel posto assegnato allineata; ho dovuto istruire l’equipaggio della barca a fianco perché qualche suo membro aveva confuso la riva col mare aperto e si spolmonava a tirare il corpo morto verso la banchina invece che verso il largo….
Insomma, con una barca a nolo a fianco ho quasi sempre avuto un bel po’ da fare.
Poi qualcuno mi ha raccontato delle sue esperienze di crociera su barca presa a noleggio… Devo dire che la maggior parte ne è stata contenta: puntualità, pulizia, correttezza. Ma devo anche dire che un’altra parte (in genere chi ha preso a nolo barca e skipper) mi ha riferito di promesse non mantenute, di spese impreviste e poco pertinenti, di condizioni meccaniche tutt’altro che impeccabili e soprattutto di convivenza con gli altri membri dell’ equipaggio assai critica.
Di tutti gli aspetti che compongono il livello della soggettività (o dell’intimità) questo è forse il più pesante. Un conto è prendere a noleggio una barca insieme a familiari e/o amici; altro conto è prendere a noleggio una barca trovandosi a bordo degli sconosciuti. Dopo anche solo la prima serata può benissimo insorgere del “fastidio” che può tramutarsi in odio già il giorno seguente, scivolando poi nella insopportabilità più netta tra le persone. Anche solo il fatto di ritardare la partenza di mezz’ora perché qualcuno “non riesce a fare a meno dei cannoli alla crema per colazione” e deve assolutamente trovare un pasticceria che li abbia pronti, può essere deleterio.
Se poi invece di una società di gestione del noleggio dotata di organizzazione impeccabile si ha a che fare con uno skipper improvvisato che noleggia la propria vecchia imbarcazione cercando di specularci sopra il più possibile, si arriva alla certezza di essersi rovinati le ferie senza poter fare più nulla per porvi rimedio.
Dulcis in fundo, come detto più sopra, qualche rara volta mi è capitato di periziare barche date a noleggio per consigliarne o sconsigliarne l’acquisto… sì, certo, il prezzo è conveniente, ma la somma di lavori da farci fa sì che la convenienza risulti sempre dalla parte del venditore. Vele, invertitore e tappezzerie da rifare possono arrivare tranquillamente alla valutazione di un terzo del valore della barca, che non è per nulla trascurabile.
Detto ciò, resta da spendere qualche parola anche sull’aspetto veramente più “intimo”.
La barca a noleggio non può essere altro che un oggetto che ti porta a spasso; la barca di proprietà deve essere una parte di te che riesci ad amare.
Della tua barca dopo qualche stagione conosci il modo di comportarsi, il modo di reagire alle onde e alle raffiche; sai come è fatta in ogni angolo e vieni a conoscere in che cosa “va zoppa”. Ne hai sistemato tutte le piccole deficienze con delle piccole variati che hai collaudato con lei, stagione dopo stagione: dal pomolo dell’armadio, all’elastico della ritenuta, dal riposizionamento del porta carta igienica, al gavone buio e aerato per le bottiglie di vino… Insomma, l’hai “ottimizzata” secondo le tue esigenze (o quelle di tua moglie che talvolta sono più importanti). Tutto questo non può appartenere ad una barca a noleggio perché essa resterà un oggetto e non farà mai parte del tuo mondo.
E poi, vuoi mettere ?
Poter svegliarsi la mattina e dire “non me ne frega niente dei cannoli alla crema, né della copia del Corriere della Sera, né della crema solare a protezione 50 che ero convinto di averla portata che secondo me è stato il Piero che me l’ha nascosta per dispetto che adesso lo chiamo e gliene dico quattro…” ah, che libertà !!!
59 anni, ingegnere romantico, sposato, divorziato, risposato, ho cambiato numerosi posti di lavoro, attualmente libero professionista, tre figli di cui uno adottato in Etiopia, navigo a vela da quando avevo 10 anni, ma amo anche la montagna e la bicicletta che mi mantiene sano (finora). Sono un anarchico cristiano.