Preparandosi a partire per la crociera si pensa al mare, a quanti costumi da bagno portare, a quali bibite, quali soste, quali svaghi… Difficilmente si pensa ai pericoli, alle difficoltà che potremmo trovarci ad affrontare. Tutto ciò è giusto, visto che la vacanza è la nostra fuga dalla vita quotidiana ma anche essere sprovveduti non è corretto.
Oltre a tutti i pericoli e le situazioni critiche che si possono presentare in mare quest’anno in particolare c’è un altro fattore da considerare: la possibilità di incontrare barconi di migranti in difficoltà. Il flusso di gente che parte dalla costa africana alla volta dei paesi del nord mediterraneo è davvero intenso e nei mari a sud di Sicilia, Calabra e Puglia le probabilità di incontrare barconi sono alte. Ma come ci si deve comportare in questi casi?
Amedeo Volpe se lo è chiesto e armandosi di santa pazienza ha telefonato a diversi uffici della Guardia Costiera per ottenere delle risposte. Ecco l’articolo uscito sulla rivista nautica SoloVelaNet:
La mia annuale crociera di agosto, quest’anno, partirà da Cesenatico per arrivare a Fiumicino. L’equipaggio è composto da me, mia moglie e mio figlio di tre anni e mezzo. Una navigazione lungo costa, che attraverserà il Golfo di Taranto e passerà per lo stretto di Messina. Guardo la carta, e penso ai pochi approdi che ci sono in Calabria, un vero peccato. Penso inoltre che sarà faticoso, perché le miglia sono molte e il mio equipaggio è piccolo.
Di colpo mi rendo conto che mi troverò nella zona calda dei migranti, dove non sarà difficile incontrarli con i loro barconi. Immediatamente penso: “Ma se ne incrocio uno, come mi devo comportare?”. Nessuna rivista di nautica ne ha parlato o ci ha consigliato come procedere, dunque penso che sia logico comportarsi come previsto dal codice della navigazione, ma poi mi viene un dubbio e decido d’informarmi meglio. Mi armo di pazienza e comincio a chiamare diversi uffici delle Capitanerie di Porto sparsi sulle coste italiane.
Ovviamente molte non hanno risposto o mi hanno lasciato in attesa per tempo immemorabile, siamo in Italia. Finalmente mi risponde una capitaneria, e mi dice che non sa cosa consigliarmi. La seconda mi spiega che il codice della navigazione viene interpretato da ogni capitaneria secondo il luogo e della situazione, bene! La terza mi consiglia di chiamare una capitaneria del sud, cosa che faccio. Mi mettono in attesa, rispondono, comincio la mia domanda, ma velocemente mi liquidano dicendomi che sono impegnati, va bene.
Finalmente parlo con una capitaneria del centro sud che, con molta attenzione, mi spiega come comportarmi in caso di avvistamento:
- La prima cosa da fare è chiamare la capitaneria di porto più vicina via telefono facendo il 1530, se a ridosso della costa, o attraverso il V.H.F. canale 16 se il telefono non prende. Se si usa il V.H.F. si farà una chiamata di mayday.
- Mantenere una distanza di sicurezza, non avvicinarsi troppo, non prendere il barcone a rimorchio.
- Se il barcone si sta rovesciando o ci sono persone in acqua, bisogna gettare la zattera, le dotazioni di sicurezza, il tender e tutto quello che può fungere da salvagente in acqua (come per esempio materassini o gonfiabili per bambini).
- Se siamo costretti, perché in imminente pericolo di vita, a imbarcare qualcuno a bordo, bisogna assolutamente mettersi la cerata, gli stivali, i guanti di gomma, la mascherina protettiva e gli occhiali. Bisogna fare di tutto per non entrare in contatto senza protezione con le persone alle quali stiamo portando soccorso. Raccomandazione, questa, che mi è stata ripetuta più volte dalla capitaneria di porto. Mi hanno spiegato che queste persone spesso sono portatrici di malattie alle quali loro sono immuni e noi no.
- Nel caso fossimo vicini al barcone, mi è stato spiegato che c’è il rischio di atti di pirateria da parte dello scafista se armato, e per fare del bene ci si potrebbe trovare tutti in acqua e avere la barca rubata. Per questo il punto 2 è stato più volte sottolineato. Purtroppo la capitaneria è stata molto chiara ed è meglio non scherzarci su.
- Per essere sicuri di essere individuati dai soccorsi, attivare l’EPIRB o il PLB.
- Di notte mi è stato detto di mantenere la distanza di sicurezza e rifarmi ai punti 1 e 6 8) Se il barcone viene verso di noi, bisogna allontanarsi il più velocemente possibile. Ricordatevi che il vostro compito è assicurarvi che le persone in difficoltà siano salvate, non salvarli direttamente, a meno che non siano in imminente pericolo di vita
Prepararsi per tempo all’eventualità di incontrare barconi di migranti
Chi decide di navigare in zone di mare ad alto rischio d’incontrare barconi di migranti è bene che si prepari per tempo e arricchisca le dotazioni di bordo di quanto segue per la propria protezione personale e di quella dell’equipaggio:
a) giubbotti salvagenti di scorta,
b) mascherine,
c) guanti di lattice,
d) occhiali a mascherina,
e) abbondante scorta di disinfettante.
Cosa non fare nel caso si avvisti un barcone
a) Se il barcone è colmo di persone, non gettate né viveri né acqua verso i naufraghi, provochereste uno spostamento repentino di una massa di persone verso un bordo che inevitabilmente provocherebbe il capovolgimento della barca.
b) Non intervenire se il barcone procede a motore e non mostra segni di pericolo, ma comunicare la sua presenza alla capitaneria.
In mare nessun grido di aiuto può essere ignorato e ogni essere vivente ha diritto ad essere soccorso. Non è compito nostro decidere se soccorrere o meno un barcone di migranti. Andare oltre non è un opzione, È OMISSIONE DI SOCCORSO!
È pertanto nostro dovere prestare assistenza, seguendo le regole indicate e senza mettere in pericolo il proprio equipaggio. Una volta che i migranti saranno arrivati sani e salvi a terra le autorità decideranno come comportarsi, seguendo le leggi vigenti.
Voi che ne pensate?