La Croce del Sud è al cantieri ESAOM di Portoferraio, la notizia si è sparsa velocemente e, come se fosse una diva di hollywood, si parla solo di lei. Sappiamo dal cantiere che non è previsto nessun intervento straordinario, solo manutenzione di routine (ebbene si, anche la Croce del Sud deve fare carena). Ma chi è esattamente questa bellissima signora del mare?

80 anni portati proprio bene
Questo il testo del post in cui abbiamo condiviso la notizia sulla nostra pagina Facebook martedì. Ma vediamo di conoscere meglio questo gioiello dei mari.
La croce del sud è una goletta a tre alberi progettata da Nicolò Martinoli e realizzata negli anni trenta dai cantieri Martinolich a Lussin Piccolo in Istria. Quarantadue metri di lunghezza, con una superficie velica di ben 886 metri quadrati e scafo in metallo (anche voi pensavate che fosse in legno? :)). Al suo interno trovano posto cabina del comandante, cucina, cabine per 10 persone di equipaggio, servizi igienici, 5 cabine per gli ospiti e il salone. L’ampio ponte in teack accoglie invece un tavolo da pranzo, un “Boston Whaler”, un gommone e una lancetta d’epoca, oltre ovviamente a buoni spazi di manovra e relax.
La più grande particolarità della Croce del sud è che è uno dei pochi yacht al mondo che dal momento del suo varo, avvenuto nel 1933, non è mai passato di mano. La croce del Sud appartiene da sempre alla famiglia Metasti, proprietaria della San Pellegrino, e che sia una barca amata non c’è alcun dubbio, basta guardare come si presenta dopo oltre 80 anni di vita. La Croce del Sud ha navigato in lungo e in largo per il Mediterraneo, il mar Rosso, le Canarie giungendo fino in India, e continua a solcare i mari in piena forma. Pensate che le sue navigazioni sono riportate in oltre 50 diari di bordo!
L’avete mai vista dal vivo? Per chi non avesse ancora avuto questo piacere, la Croce del Sud è presenza quasi costante al raduno delle Vele d’Epoca di Imperia.
Il maxi restauro
Tra il 2008 e il 2011 la Croce del Sud è stata sottoposta a un enorme restauro, durato 40.000 ore, presso il Cantiere Amico di Genova. La richiesta dell’armatore sembrava impossibile da soddisfare: realizzare un restauro conservativo che non tradisse nessuna delle caratteristiche originarie della barca e contemporaneamente farne uno yacht efficiente, con gli standard di sicurezza odierni, piacevole da portare e confortevole nelle crociere.
Foto di Wake Marine
“Una vera avventura che ci ha impegnato moltissimo soprattutto nella ricerca delle soluzioni più adatte a problemi che sembravano irrisolvibili”, racconta l’ingegner Alberto Amico titolare dello storico cantiere genovese. “Per rifare completamente la coperta in teck sul ponte in acciaio, la sala macchine, la cucina e tutti gli impianti abbiamo dovuto smontare e poi rimontare con cura maniacale gli arredi interni. Alberi e boma picchi sono stati restaurati conservandone tutte le caratteristiche originarie e poi reinstallati. Le operazioni si sono svolte tutte al coperto, non di rado sotto l’occhio attento dell’armatore”. “È stato come mettere le mani su un gioiello antico, sapendo che non si potevano fare errori”, racconta ancora. “Una sfida che abbiamo potuto vincere grazie al fatto di avere al nostro interno tutte le molteplici competenze necessarie a un lavoro così complesso.
I maestri d’ascia Roberto e Valter Bozzo sono i responsabili della minuziosa ricostruzione della coperta in teack, riportata alla sua bellezza originaria.
Il rapimento
Dire che la Croce del Sud non è mai passata di mano in effetti non è del tutto esatto: l’amato emblema di famiglia fu requisito dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale e destinata ad alloggio per ufficiali nell’alto Adriatico.
Terminata la guerra lo yacht rimase semi-affondato nelle acque di Venezia ma i suoi armatori riuscirono a recuperarlo, grazie a una nave militare che lo scortò attraverso le mine presenti nel Mediterraneo.
Voi che sareste disposti a fare per qualche ora al timone della Croce del Sud?
Articolo tratto da fonti varie, tra cui MareOnline