“I viaggi sono quelli per mare con le navi, non coi treni. L’orizzonte dev’essere vuoto e deve staccare il cielo dall’acqua. Ci dev’essere niente intorno e sopra deve pesare l’immenso, allora è viaggio”.
Un amore viscerale per l’insondabile distesa azzurra quello che traspare dalle parole del grande poeta Erri De Luca.
Un sentimento genuino, intenso, che molti di noi certamente possono non solo capire ma anche condividere.
Non a tutti, però, è capitato di avventurarsi lì dove tutto nasce, all’interno di un cantiere navale in piena attività, luogo in cui come d’incanto, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, crescono a ritmo incalzante quelle straordinarie regine dei flutti su cui poi saliremo contenti. A dir la verità, niente di più lontano dall’incanto: a entrare in gioco sono preparazione, competenza, precisione e tecnologia di primissimo livello.
La cella di carico: cos’è?
Fondamentale, all’interno dell’arsenale tecnologico proprio di qualunque cantiere navale, è certamente la cella di carico. Ma di cosa si tratta, esattamente?
Per cella di carico si intende generalmente un trasduttore elettronico progettato per misurare le forze esercitate su di un oggetto, in termini di traduzione elettronica di una deformazione meccanica applicata ad una componente.
Uno o più estensimetri sono collegati ad un corpo centrale: gli estensimetri leggono quindi la deformazione meccanica, a livello di trazione o di compressione, tramite la variazione di resistenza elettrica che la deformazione comporta sul loro circuito elettrico. Il segnale ottenuto è di norma molto, molto esiguo, pari a pochi millivolt ma, attraverso un processo di amplificazione, fornisce un dato interessante che viene elaborato dal trasduttore per determinare l’entità della forza in questione.
In altre parole? Questi piccoli, sofisticati congegni permettono di rilevare il peso di oggetti estremamente piccoli o, al contrario, assolutamente enormi, consentendo di misurare all’interno di un range che va dai microgrammi (ovvero milionesimi di grammo) alle tonnellate!
A cosa serve la cella di carico in campo navale?
Uno degli ambiti di ricaduta applicativa è senza dubbio quello dell’ingegneria e dell’industria navale. Come conferma l’operato di Celmi, le celle di carico garantiscono elevatissimi standard di precisione anche in ambienti di per sé particolarmente stressanti per materiale metallico e dispositivi elettronici in generale: quello legato alle imbarcazioni è infatti un contesto altamente umido, salino, caratterizzato da forti pressioni e vibrazioni e con frequenti sbalzi termici.
In fase cantieristica questi prodotti sono essenziali per monitorare pesi e pressione durante tutte le diverse fasi realizzative; durante la navigazione, che si tratti di yacht, barche a vela, imbarcazioni da competizione, navi da crociera o grandi vascelli commerciali, le celle di carico costituiscono un ausilio imprescindibile nella misurazione della pressione dei vari circuiti idraulici interni allo scafo così come delle forze che vengono a generarsi nell’ambiente circostante, insieme di fattori che interagiscono costantemente con la struttura-barca.