Tanto è andato perduto delle nostre tradizioni marinare ma non tutto… qualcosa era forse tanto perfetto da sopravvivere a secoli di progresso tecnologico… I gozzi sono uno di questi antichi gioielli!
I gozzi sono piccole imbarcazioni dalla forma inconfondibile: possiedono un generoso baglio massimo e la prua si distingue dalla poppa quasi unicamente grazie al tipico prolungamento di legno che svetta. Questo pennacchio, chiamato “Pernaccia” ha una funzione puramente estetica anche se risulta molto utile per legare l’imbarcazione all’ancora o all’ormeggio. La denominazione “Gozzo” pare che sia legata alla gonfia sezione maestra delle imbarcazioni.
I gozzi sono barche tipiche della tradizione Italiana, particolarmente diffuse in Liguria e Campania.
Queste imbarcazioni classiche venivano impiegate in passato per piccoli traffici ma sopratutto per la pesca costiera, erano in effetti le barche da pesca per eccellenza.
A differenza di altre imbarcazioni della storia i gozzi sono sopravvissuti al progresso e convivono tutt’oggi molto fieramente con i moderni scafi. Esistono ancora cantieri e mastri d’ascia specializzati nella produzione e nel restauro di queste imbarcazioni, diventate ormai ricercatissime e d’elite. Sempre Liguria e Campania, sono le regioni che mantengono più viva la tradizione del gozzo in legno, producendo veri e propri gioielli da amatore.
Tecniche di costruzione dei gozzi e materiali
A seconda delle molteplici tradizioni costiere (diverse persino tra borghi adiacenti) e dell’uso a cui era destinata l’imbarcazione esistono gozzi di varie forme e dimensioni. I più comuni, ovvero quelli che venivano utilizzati per la piccola pesca, sono lunghi intorno ai 5-6 metri, anche se all’epoca venivano misurati tipicamente in palmi (un palmo equivale a circa 25 cm).
Al di là delle diverse varianti i gozzi sono barche dislocanti, con chiglia particolarmente accentuata, pesanti e incredibilmente stabili anche a basse velocità. Queste proprietà permettono di lavorare liberamente a bordo senza che la barca risenta eccessivamente degli spostamenti dei pesi e agevolano notevolmente le operazioni di traina, per questo il gozzo è tanto amato dai pescatori professionisti.
Il gozzo classico è costruito completamente in legno, ma si tratta ormai di oggetti rari e proibitivi. Un alternativa molto diffusa e decisamente più a buon mercato sono i gozzi in vetroresina, magari con le finiture in legno, più facili da mantenere.
Pensate che i gozzi liguri erano tipicamente costruiti con varie qualità di legni, sfruttando al massimo ogni proprietà del materiale a seconda della funzione:
- La chiglia era normalmente di rovere assieme a dritto di prua e di poppa;
- le ordinate in rovere, frassino, olmo o acacia;
- il fasciame veniva generalmente realizzato in pino ligure senza nodi;
- le cinte cioè le tavole sotto il bordo, erano di rovere o di mogano;
- Il bordo di frassino, rovere, o mogano;
- I banchi, cioè i sedili di teak o di mogano;
- I remi solitamente di faggio, molto pesanti, con la pala lunga.
Riuscite ad immaginare quanto potrebbe costare una simile tecnica costruttiva oggi?
in quanto il legno viene preso da alberi a grande fusto con almeno cinquant’anni di vita.Naturalmente, sia per i gozzi più tradizionali in legno, che per quelli in vetroresina rivisti e corretti dalla moderna cantieristica, esistono diverse tipologie di allestimento della coperta, offrendo svariate possibilità di spazi e gavoni. I gozzi di dimensioni maggiori possono essere anche “cabinati”, ospitando alcune cuccette di fortuna.
Propulsione
I primi gozzi venivano ovviamente mossi “a braccia”, grazie all’uso di lunghi remi appoggiati negli appositi scalmi sulla falchetta.
Con l’evoluzione di motori a benzina o Diesel, il remo è stato gradualmente abbandonato e sostituito da un entrobordo diesel, posizionato a centro nave per non alterare tenuta ed efficienza dello scafo. Per ragioni di spazio e praticità sono nati modelli di gozzo che montano motore fuoribordo.
Un ulteriore tipo di propulsione per i gozzi è la vela, adottata da sempre meno esemplari: i gozzi a vela montavano un unico albero a centro nave sul quale veniva issata una vela latina.
Una curiosità sui gozzi
Il gozzo Sorrentino era munito spesso di un numero dispari di remi, infatti la presenza del vento Maestrale nel golfo di Napoli costringeva i costruttori a munire la barca di uno o tre remi dal lato di sottovento ed un numero pari dal lato di sopravento per contrastare lo scarroccio (spostamento laterale dell’imbarcazione dovuto all’azione del vento o delle correnti).
Siete appassionati? Pensate che siano imbarcazioni superate? Ne possedete uno? Dite la vostra nello spazio per i commenti!