Dal greco hydros (acqua) e ptère (ala), Hydroptere è un trimarano con i foils. Queste ali che spuntano da sotto gli scafi permettono alla barca di sollevarsi completamente dall’acqua e di raggiungere sorprendenti velocità grazie alla drastica riduzione dell’attrito con l’acqua.
Hydroptere è stato voluto, progettato ed è tuttora timonato dal visionario Alain Thebault (classe 1962) ma l’idea originale va attribuita a suo padre Eric Tabarly.
Il funzionamento dei foils
Sommario Articolo
Il principio è lo stesso dell’ala degli aliscafi ma, a differenza di essi, le ali di Hydroptere hanno funzioni diverse, a seconda che si trovino sopravento o sottovento.
L’ala sottovento produce sempre una portanza positiva verso l’alto mentre l’ala sopravento può generare una portanza sia positiva che negativa (verso il basso). In questo modo l’ala sopravento fornisce prima una portanza positiva poi, una volta che la barca esce dall’acqua, fornisce una deportanza che tira già lo scafo sopravento, che altrimenti tenderebbe ad alzarsi sempre di più per effetto della forza del vento.
Il controllo sull’azione dell’ala sopravento si ha grazie alla possibilità di modificare l’angolazione dei foils, inoltre il timone è dotato anch’esso di foils orizzontali in modo da equilibrare e controllare tutto il sistema.
Una volta fuori dall’acqua Hydroptere è dotato di una stabilità intrinseca dovuta alla configurazione dei tre punti d’appoggio (ali e timone).
Le caratteristiche di Hydroptere
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Quando Hydroptere è in volo sono a contatto dell’acqua soltanto 2,5 m2 a reggere le 7,5 tonnellate di barca. Grazie a questo il trimarano riesce a raggiungere una velocità doppia rispetto a quella del vento! si, avete capito bene… con 15 nodi di vento Hydroptere può navigare a 30 nodi di velocità!
L’equipaggio, ovviamente bardato a dovere, può trovarsi fino ad un’altezza di 6 metri dall’acqua, e il timoniere usa un joystick per muovere la barca in tre dimensioni.
Hydroptere ha un accelerazione superiore a una barca con due motori da 250 HP.
Materiali da costruzione? Ovviamente carbonio e titanio!
Storia dei foils
Detta così la faccenda potrebbe sembrare molto semplice, Hydroptere è grande, veloce e una volta fuori dall’acqua si stabilizza da se… Cosa ci vuole? E invece, quello che ora viene chiamato scherzando “uccello di carbonio” è frutto di oltre 20 anni di duro lavoro da parte di Alain Thebault, oltre agli studi del padre e di tutti quelli che prima di loro hanno tentato la strada dei foiling.
Il primo della storia fu un inventore Parigino chiamato Emmanuel Denis Farcot che nel 1869 registrò una barca particolarmente veloce grazie a numerosi foils montati ai lati dello scafo. Dopo aver inventato l’aeroplano, anche i fratelli Wright costruirono un catamarano con i foils. Inventori di tutto il mondo (tra cui anche Bell) si cimentarono nell’impresa, applicando queste ali sommerse a tutte le tipologie di imbarcazione: barche a motore, navi da guerra, catamarani a vela.
Nel 1960 la Royal Navy canadese disegna un hydroptere con lo scopo di utilizzarlo per la localizzazione dei sottomarini sovietici ma il progetto non viene mai realizzato.
Nel 1970 il padre di Alain, Eric Tabarly immagina e disegna un trimarano con foils ma realizzarlo con i materiali del tempo era impensabile perciò dovette attendere l’arrivo dei compositi. Ne costruì uno nel 1979, con cui poté tra l’altro battere il record della traversata atlantica.
Altre barche con foils hanno affrontato oceani, regate e prove di velocità prima di Hydroptere, ma la più famosa è il catamarano Tecniques avancèes che detenne il record di velocità sui 500 m dal 1997 fino a Hydroptere.
Hydroptere, una storia fatta non solo di successi
Nel 1987 Alain Thebault e il suo team iniziano a costruire l’Hydroptere. Da quel momento, con forza e passione hanno continuato a migliorare la barca fino a renderla il gioiello tecnologico che conosciamo ora e la prima barca a vela a superare la barriera dei 50 nodi di velocità.
Nel 1994 Hydroptere “vola” per la prima volta. Seguono anni di prove, allenamenti e perfezionamenti.
Nel 2005 il record simbolico della traversata della manica da Calais a Dover in 34 minuti e 24 secondi, registrando la velocità di 33 nodi.
2006 – Grazie alla collaborazione con un cantiere e team svizzero nasce Hydroptere.ch Un catamarano con foils creato appositamente per la ricerca.
Nel 2007 Hydroptere registra ben due record di velocità. 1 miglio nautico a 41,69 nodi e 500m a 44,81.
2008– La famosa scuffia. Usciti per una prova con 35 nodi di vento e un po di onda nel Golfo del Leone l’equipaggio di Hydroptere viene sorpreso da una raffica e la barca scuffia. Per fortuna nessuno si fa male ma ci vuole un po di tempo a ripescare tutti. La barca non è ne esplosa né affondata, come mi è capitato di sentir dire, ma ha subito ingenti danni ed è stato necessario trainarla in porto per le riparazioni.
Rinunciando momentaneamente al mare aperto Hydroptere batte più volte i suoi stessi record di velocità, fino a registrare nel 2009 48,72 nodi sul miglio nautico e 51,36 nodi su 500m.
Attualmente, mentre Hydroptere.ch continua a fare sperimentazione sul lago di Ginevra il primo Hydroptere è stato riadattato per poter affrontare anche mari non proprio piatti.
I progetti futuri del team
I progetti futuri di Hydroptere sono nel pacifico mentre sono già pronti i disegni da altri due prototipi:
- Hydroptere Rocket, progettato per i record di velocità pura. Secondo i progetti dovrebbe permettere di superare l’ormai vicina barriera degli 80 nodi.
- Hydroptere 2, il trimarano di 70 piedi dal nome in codice TH10, è il risultato di 25 anni di esperienza nel foiling. Costruito con le ultimissime tecnologie, già applicate in altri trimarani oceanici, sarà in grado di navigare con assetto “normale” quando le condizioni meteo non permettono alla barca di sollevarsi. L’obiettivo è conquistare i maggiori record oceanici.
FONTI
Nautica n.616 agosto 2013 – La tecnologia dei foil. Quelle barche che non dovevano volare.