Una barca a vela ha più o meno la complessità di una astronave!
Potrà sembrarvi una affermazione azzardata, ma riflettete:
Si tratta di un mezzo di trasporto, spesso con duplice propulsione, a motore ed a vela, e questo significa tutta la complessità di un motore, con l’aggravante dell’ambiente marino ( come il sistema di raffreddamento che impiega un apposito circuito di acqua di mare) e la estrema ricchezza di variabili della vela, con strutture statiche (albero, sartiame, chiglia) e dinamiche (drizze, scotte, vele di mille fogge, boma, trasti, tangoni, bompressi, rotaie, paterazzi, ecc. ecc.).
Non solo, abbiamo bisogno di una rete di comunicazione, saltuariamente telefonica, ma più spesso radio o satellitare. Dobbiamo prevedere sistemi di sicurezza come quelli degli aerei, con razzi, giubbotti, zattere autogonfiabili, radioboe, sistemi MOB (uomo a mare), galleggianti e aste di segnalazione. E vogliamo segnalare la complessità dei sistemi di navigazione strumentale, con plotter cartografici, GPS, ecoscandagli, riflettori radar attivi e passivi, radar, AIS, apparecchiature che ci forniscono i dati necessari, come bussole, stazioni del vento, ecoscandagli, log.
Tutti questi dati debbono essere analizzati dal timoniere, che impiega sistemi direzionali di rotta manuali (barre, ruote, frenelli, pale del timone) o sistemi di controllo sofisticato, come i piloti automatici (elettrici o a vento).
Il nostro mezzo di trasporto non può però essere sempre in movimento, e per fermarsi ha bisogno di sistemi che ne consentano l’ancoraggio al fondo (ancore, catene, cime, verricelli), o l’ormeggio a terra (cime, bitte, passacavi).
Ma la barca è al tempo stesso una casa, con impianto elettrico, idrico, di scarico, impianti non collegabili a reti urbane, ma autonomi, con sistemi di stoccaggio di acqua, energia, liquami. Non solo ma l’energia deve essere prodotta autonomamente, utilizzando il motore, o eventualmente pannelli solari, generatori, pale eoliche, ed utilizzata in modo economico ed efficiente. Ci occorreranno quindi tutte le cose che abbiamo a casa, come armadi e stipetti, letti, lampade. Ci servirà un bagno, con lavandini, vaso, doccia, acqua corrente. Dovremo alimentarci in navigazione, e quindi avremo bisogno di un sistema per la cottura del cibo, magari alimentato a gas (con il relativo impianto), eventualmente di un forno. Ma i cibi per essere conservati richiedono un frigorifero, che deve essere capiente ed essere alimentato dalla corrente di bordo. I nostri rifiuti non potranno poi essere gettati via così come sono, ma andranno ridotti al minimo e stoccati a bordo. E in una casa non disponiamo forse di impianti che ci permettono l’ascolto della musica o eventualmente la visione dei notiziari?
Non vi basta? Vogliamo aggiungere che per scendere a terra da un ancoraggio occorre una piccola imbarcazione di servizio? Che questa imbarcazione può richiedere una motorizzazione ausiliaria?
Si potrebbe andare ancora avanti a lungo, tenendo conto di mille altre attività (pesca, immersioni, manutenzione e così via), ma credo vi siate resi conto della complessità estrema dell’ambiente barca e di quante competenze e di quanta cultura debba essere armato un navigante.
Inauguriamo quindi oggi con queste considerazioni una rubrica di lavori a bordo, che speriamo si dimostri utile sia nella cura e manutenzione della nostra imbarcazione, sia nel rendere la nostra vita a bordo più confortevole e sicura.
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