Abbiamo accennato, nel precedente articolo, ad un cambiamento in corso nel nostro mare, ed a specie che lo invadono partendo dai mari caldi. Il flusso migratorio più imponente è quello che ha luogo attraverso il canale di Suez. L’opera, inaugurata nel 1869, ha messo in comunicazione il mare Mediterraneo con il mar Rosso, aprendo una nuova via, oltre che alle navi, anche a animali e vegetali. Mediterraneo e mar Rosso erano e sono molto differenti per condizioni climatiche e forme di vita residenti, ma alcune specie possono adattarsi a condizioni di vita e temperature diverse e così…
Solo una decina di specie ha fatto il percorso inverso, reso più difficile dalle correnti dominanti nel canale (verso Nord) e dalla maggiore competizione in Mar Rosso. E l’invasione sta continuando! Le specie penetrate dal canale di Suez sono chiamate dal biologi specie Lessepsiane, dal nome dell’architetto De Lesseps, progettista del canale.
Ecco alcuni esempi di specie lessepsiane che hanno già raggiunto i mari Italiani e vi si stanno diffondendo. Mettendo la testa sott’acqua potremmo facilmente incontrarle!
Pesce coniglio scuro (Siganus luridus).
Sommario Articolo
Prima segnalazione in Mediterraneo: 1955, Israele
Prima segnalazione in acque italiane: 2003, Linosa
Appartiene a una famiglia di pesci erbivori tropicali che si nutrono di alghe e di piante marine. Il suo successo come invasore presumibilmente è dovuto alla carenza di competitori: nel mar Mediterraneo vivono pochissimi erbivori tra i pesci nativi. Ormai comune in tutto il bacino orientale, lungo le coste Greche e Tunisine, è stato segnalato più volte in Sicilia, e anche, più a nord, in costa Azzurra e in Croazia.
Un avvertenza: Nessun pericolo per il sub che guarda e non tocca, ma se vi capitasse di maneggiarlo fate attenzione ai raggi spinosi delle pinne dorsale, anale e pelviche, sono connessi a ghiandole velenifere e possono pungere in modo doloroso (caratteristica comune a tutti i siganidi).
Pesce palla maculato (Lagocephalus sceleratus)
Prima segnalazione in Mediterraneo: 2003, Turchia
Prima segnalazione in acque italiane: 2013, Lampedusa
È una specie che potrebbe essere pericolosa anche per l’uomo, anche se solo se decidessimo di mangiarlo. Per il resto è innocuo e non aggressivo. Come tutti i pesci palla accumula negli organi molli, in particolare nel fegato e nelle gonadi, un veleno potentissimo, la tetrodotossina. Questo veleno si denatura se sottoposto a temperature elevate per tempi lunghi. In altre parole, potremmo in teoria consumare i pesci palla a condizione di pulirli per bene appena pescati, buttando i visceri prima che contaminino i muscoli, e di cucinarli a lungo. Nel dubbio, comunque, meglio non mangiarlo per niente! Non ne vale la pena!
Si tratta di un pesce palla che vive nel mar Rosso e nell’Indo-Pacifico. Ha ventre molliccio, è capace di gonfiarsi, come tutti i pesci palla, se minacciato.
In Mediterraneo si è diffuso velocemente, ormai è considerato comune nelle acque del nordafrica, di Israele, Turchia e Rodi. In acque italiane è stato segnalato a Lampedusa, a capo Peloro (Messina), a Palinuro e a Monopoli. Vive vicino a fondali sabbiosi, anche in profondità (250 m), nutrendosi di piccoli invertebrati come molluschi e crostacei, potetti da conchiglie o corazze dure, che spezza con i forti denti.
Pesce flauto (Fistularia commersoni)
Prima segnalazione in Mediterraneo: 2000, Israele
Prima segnalazione in acque italiane: 2004, Sicilia
Il pesce flauto è responsabile di un’invasione delle acque mediterranee estremamente veloce. Dal 2000, anno della prima segnalazione in acque Israeliane, a oggi, è già stato segnalato in Algeria e lungo le coste Spagnole del sud. Dobbiamo considerarlo ormai a pieno diritto un pesce mediterraneo, rischia di essere il primo dei clandestini a fare tutto il percorso da Suez all’oceano Atlantico. È un carnivoro, Nuota di solito vicino al fondo, solitario o in piccoli gruppi. Si nutre prevalentemente di piccoli pesci che cattura all’agguato o avvicinandosi lentamente e aspira con il tubo boccale. Cattura anche gamberetti e piccoli cefalopodi. Non è pericoloso per l’uomo, è un vorace predatore di pesci, specie di forme giovanili, che potrebbe modificare gli equilibri ecologici.
Pesce lima reticolato (Stephanolepis diaspros)
Prima segnalazione in Mediterraneo: 1927, Palestina
Prima segnalazione in acque italiane: 1967, Taranto
Ecco invece un invasore lento ma costante. Stephanolepis procede per piccoli spostamenti, che lo hanno portato comunque a essere segnalato in varie località delle coste Siciliane, Calabresi, Pugliesi, mentre è ormai comune nel bacino orientale. Appartiene alla famiglia dei pesci lima (monacantidi). Spesso è confuso con i pesci balestra, la differenza è nella prima pinna dorsale, che in tutti i pesci balestra è formata da tre raggi spinosi che permettono al pesce di bloccarla in posizione eretta per ancorarsi in una tana. I monacantidi hanno la stessa pinna formata da un unico raggio, con funzione solo di comunicazione. Vive in piccoli gruppi, si nutre di invertebrati.
Per approfondire l’argomento consigliamo le schede di riconoscimento delle specie clandestine in Mediterraneo pubblicate da Scubazone.
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Biologo marino, istruttore subacqueo, agente di viaggi specializzato per subacquei e snorkelers, fotografo, scrittore. E in fondo tutte queste attività ruotano attorno a quella principale, che consiste nel raccontare le storie degli animali del mare, aiutandomi con le mie immagini, e aiutandovi a andare a vederle di persona.