Poche persone a questo mondo affermerebbero di amare le meduse eppure, se ci si sofferma ad osservarle per più di un secondo si possono scoprire creature eleganti e bellissime. Talvolta i loro colori contrastano con il blu del mare, altre volte la trasparenza le rende molto difficili da individuare. Le meduse vengono viste come una minaccia per la balneazione e spesso causano un vero e proprio spopolamento delle spiagge. In alcuni noti centri balneari sono state installate delle reti anti-medusa, che permettono di creare piscine “medusa free“.
Ma tutta questa paura è davvero giustificata? Le meduse sono davvero pericolose?
Cosa sono le meduse
Sommario Articolo
Le meduse sono affascinanti creature plantoniche, appartenenti alla famiglia degli Cnidari. Il caratteristico aspetto gelatinoso è dovuto alla loro composizione, che comprende il 98% di acqua.
L’anatomia della medusa risulta assai semplice: è formata dall’ombrella, diversi tentacoli e tra essi la bocca, che si collega alla cavità gastrovascolare. Sulla superficie dei tentacoli sono presenti delle piccole minuscole capsule urticanti, chiamate cnidocisti, che si aprono al contatto rilasciando filamenti urticanti e talvolta vere e proprie tossine. Le meduse usano i loro tentacoli sia come difesa che come attacco per bloccare le proprie prede.
Non tutti sanno che le meduse rappresentano, almeno nella maggior parte dei casi, solo uno dei due stadi del ciclo vitale di un organismo più complesso. Il primo stadio è quello di polipo (non polpo), che vive attaccato al fondo e si riproduce asessualmente per gemmazione o strobilazione fino alla trasformazione in medusa, la quale vive in acque libere e può riprodursi invece sessualmente, mediante creazione di gameti. Dall’incontro di una medusa femmina e un maschio si originano delle larve che danno vita ai polipi.
Il complesso ciclo vitale degli organismi appartenenti al genere Cnidari è spiegato in modo molto chiaro nel video: “meduse, come si riproducono?“.
Come si spostano le meduse?
Recenti studi hanno dimostrato che le meduse non seguono solo passivamente le correnti oceaniche ma “decidono” dove andare e si spostano in modo attivo, talvolta anche controcorrente.
Questi antichi animali non possiedono cellule di tipo muscolare ma il loro rudimentale sistema nervoso genera degli impulsi contrattili, che vengono trasmessi alle cellule epiteliali del rivestimento. In questo modo si originano le caratteristiche pulsazioni dell’ombrella.
Quanto sono pericolose le meduse?
La medusa più pericolosa al mondo è la Cubomedusa, una piccola specie che vive sopratutto in prossimità delle coste australiane. Il contatto con i suoi terribili tentacoli può causare anche la morte di un essere umano.
Fortunatamente nel Mar Mediterraneo non sono presenti meduse mortali, la maggioranza delle specie sono completamente innocue, anche se è sempre meglio evitare di toccarle. Le meduse urticanti sono diffuse ma raramente rappresentano un serio pericolo per l’uomo.
L’ustione-irritazione che provocano le meduse è dovuta alla presenza di tossine nei tentacoli dell’animale, che vengono rilasciate a seguito di un contatto. Chi viene colpito avverte di solito una lieve scossa, seguita da un bruciore localizzato che scompare dopo qualche ora.
Solo una specie, Physalia, può causare reazioni pericolose per l’organismo umano, in rari casi anche mortali. Fortunatamente questa medusa vive in Atlantico e sono ancora pochi gli avvistamenti registrati nel mediterraneo.
I rimedi per la puntura da medusa
- La prima regola da osservare quando si viene punti da una medusa è: niente panico! Se siete al largo cercate di raggiungere la riva (o la vostra barca).
- Una volta raggiunta l’acqua bassa bisogna sciacquare la zona del contatto con acqua salata, per asportare più residui urticanti possibile. Grattare o strofinare la pelle potrebbe portare al risultato opposto.
- A questo punto il bruciore dovrebbe passare da solo, nel giro di qualche ora, ma si può alleviare con un gel astringente al cloruro di alluminio, acquistabile in farmacia. Meglio ancora sarebbe immergere l’area interessata in acqua calda a 40-50°C per circa 20 minuti, questa operazione discioglie le tossine. Evitate ogni altro “rimedio della nonna” come la pipì o l’ammoniaca; è stato dimostrato scientificamente che non servono a nulla.
- Se insorgono altri sintomi come sudorazione, confusione, vertigini, difficoltà nella respirazione, mal di testa, nausea, vomito o eruzione cutanea diffusa è meglio chiamare subito il 118 perché si potrebbe manifestare un shock anafilattico.
- Evitare di esporre l’ustione al sole per qualche giorno limiterà la formazione della cicatrice.
Le meduse sono utili all’ecosistema
Le meduse sono tra gli organismi più odiati dall’uomo ma non dobbiamo dimenticare che popolano il pianeta da molto prima di noi (sono tra gli animali più antichi comparsi sulla Terra) ed hanno un ruolo ecologico molto importante; fungono infatti da “filtro” per l’acqua di mare e contribuiscono al mantenimento della catena alimentare.
Imparare a riconoscere le diverse specie di medusa permette di rispettare questi magnifici animali e magari ammirare da vicino quelle innocue.
Nuove specie e più meduse nel Mar Mediterraneo
Il fatto che le meduse siano in aumento in tutto il Mediterraneo non è stato scientificamente provato ed esistono pareri contrastanti. Certo è che sono sempre esistite nei nostri mari ma negli ultimi decenni sono comparse nuove specie, provenienti dal Mar Rosso o dagli oceani.
L’aumento della temperatura dell’acqua, processo definito “tropicalizzazione”, ha permesso a meduse e altri organismi di sconfinare dal loro habitat abituale. Sono perciò sempre più frequenti gli avvistamenti di specie cosiddette “aliene”.
La mappa delle meduse
Esiste un importante osservatorio internazionale che grazie alle segnalazioni di bagnanti, sub e biologi marini mantiene aggiornata una mappa delle meduse, monitorando gli spostamenti e le presenze delle diverse specie. La rivista Focus ha creato invece l’app Meteo Meduse, che permette di inviare segnalazioni e foto direttamente dallo smartphone e consultare tutti gli avvistamenti.
Contribuire è molto importante!
Come riconoscere le meduse
Ecco una selezione di foto delle meduse che si possono incontrare più facilmente nei nostri mari.
VELELLA o “Barchetta di San Pietro” in gergo, non è una medusa ma una colonia galleggiante di polipi, assolutamente innocua per l’uomo. La colonia di questo tipo di meduse non vive in sospensione nell’acqua, ma galleggia sulla superficie del mare e utilizza la “vela” per spostarsi. Molto comune nel Mediterraneo, può formare sciami lunghi chilometri e alla fine del ciclo si spiaggia.
COTYLORHIZA è una medusa molto comune nel mediterraneo, può assumere grosse dimensioni (anche 30 cm di diametro) ma è totalmente innocua per l’uomo. Si riconosce per i suoi caratteristici tentacoli ed è spesso associata a pesci o crostacei che la adottano come rifugio.
PHYLLORHIZA originaria dell’Australia questa medusa è stata avvistata nel mediterraneo ma non si è ancora diffusa. Non è una medusa urticante, si nutre di plancton, crostacei, uova e di larve di pesci. Si riconosce per la tipica colorazione bianca a pois.
PHYSALIA, chiamata anche “Caravella portoghese è la medusa più pericolosa del Mediterraneo, non mortale ma molto urticante. I tentacoli possono raggiungere anche 20 o 30 metri di lunghezza perciò chi viene colpito avverte una fortissima scarica ma raramente vede l’animale. Il suo mix di veleni provoca, un forte dolore dell’area interessata dal contatto, vomito, ansia, svenimenti, piaghe e brutte cicatrici. In rari casi si presentano complicanze come shock anafilattico o interferenze con il sistema cardio-circolatorio. Insomma l’incontro con questa tipologia di medusa non è tra i più consigliati.
RHIZOSTOMA è la medusa più grande del Mediterraneo (dopo Drymonema): il diametro del suo ombrello può arrivare a 60 cm e può pesare fino a 10 chili. Si riconosce per la sua colorazione bianco-blu e i tentacoli corti.
CHRYSAORA è una specie di medusa urticante al contatto. Il cappello può raggiungere anche i 30 cm diametro, riconoscibile per le tipiche 16 bande a forma di V che partono dal centro dell’ombrello e raggiungono il margine. Nel mar Mediterraneo queste meduse sono abbastanza frequenti.
PELAGIA è la medusa più comune nel mediterraneo, molto diffusa in tutte le coste e spesso raggruppata in banchi. Ha una tipica colorazione violetta, il cappello generalmente non supera i 10 cm ma i tentacoli estesi, possono raggiungere anche i dieci metri. Pelagia è una medusa urticante ma non particolarmente pericolosa, generalmente provoca ustioni, arrossamenti e prurito circoscritti attorno al punto di contatto. È detta anche “medusa luminosa” a causa della sua bioluminescenza notturna.
MNEMIOPSIS è una medusa innocua per l’uomo. È arrivata dal Mar Rosso negli anni ’80 ma è diventata nota a seguito dell’invasione della laguna di Orbetello. Mnemiopsis è un organismo gelatinoso lungo poco più di 10 cm, che si sposta grazie al movimento delle ciglia invece di sfruttare le pulsazioni del corpo come le altre meduse.
La conoscenza è la chiave per superare la paura verso le meduse, magnifici animali che fluttuano a pieno diritto nel loro mare. Quando riconoscete una specie di medusa innocua provate ad osservarla da vicino, molto spesso tra i suoi tentacoli possono trovarsi altri organismi come piccoli crostacei o pesci.