Abbiamo già parlato molte volte di foil quest’anno: prima quando i catamarani di Coppa america hanno cominciato a sollevarsi dall’acqua, poi quando gli hydrofoil sono comparsi sui primi multiscafi da crociera e barche a motore. Ma la rivoluzione nautica continua e, per la prima volta nella storia, i foil (come li intendiamo ora) sono comparsi su monoscafi di grosse dimensioni.
Molti studi di progettazione, cantieri e teste del settore si sono spremuti per sviluppare questa tecnologia e varare il primo grosso monoscafo a vela volante. Pochi giorni fa l’impressionante video dell’MOCA 60 Gitana, con cui Sébastien Josse e Charles Caudrelier affronteranno la prossima Transat Jacques Vabre. La barca, “sollevata” dall’acqua, riesce a produrre velocità notevoli: fino a 30 nodi, anche con mare assai formato (28-35 nodi e onde di 3 metri)!
In realtà Gitana (Edmond de Rotschild) è solo il primo scafo della nuova generazione di IMOCA 60, che debutterà alla Transat Jaques Vabre di novembre 2015, per poi sfidarsi senza esclusione di colpi alla Vendée Globe 2016. Tutte le barche partecipanti, inclusa Vento di Sardegna di Andrea Mura, saranno dotati di foil DSS che migliorano la stabilità e la resistenza allo scivolamento pur non andando in full foiling (barca completamente fuori dall’acqua).
La progettazione dei sei nuovi IMOCA 60 Vento di Sardegna di Andrea Mura, Safran di Morgan Lagravière, Banque Populaire VII di Armel Lecleach, Edmond de Rotschild di Sebastien Josse, Saint Michel Paprec di Jean PIerre Dick, Hugo Boss di Alex Thomson è stata curata dallo studio di progettazione francese VPLP/Verdier. La classe ha inserito alcune limitazioni, come albero e alcuni elementi della chiglia one design, ma ha lasciato i team liberi di lavorare sullo sviluppo dei foil perciò potremmo vederne delle belle.
Come funzionano i foil DSS
La tecnologia DSS Foil (Dynamic Stability Systems), lanciata da Gordon Kay e sviluppata da Hugh Welbourn consiste in appendici retrattili con forma a L, posizionate lateralmente sugli scafi e impiegate con immersioni differenti a secondo dell’andatura e dell’intensità del vento.
I foil permettono di ottenere un effetto lift di sollevamento verticale per diminuire l’attrito sull’acqua e garantire performance migliori, fornendo al tempo stesso un aumento del momento raddrizzante e un conseguente miglioramento globale della stabilità della barca. Questo significa che la chiglia con bulbo sospeso diventa quasi superflua ed è possibile alleggerire la zavorra, rendendo la barca più veloce anche con venti deboli, quando i foil non entrano in funzione.
Secondo Hugh Welbourn il sistema DSS potrebbe portare in futuro alla progettazione di una barca completamente diversa: con una chiglia più semplice e leggera, una forma della carena più affusolata per tagliare le onde e un fiocco molto più piccolo, con conseguente diminuzione di peso e costi.
Altri Monoscafi con foil
Il maxi Wild Oats XI che è riuscito a battere il super quotato Comanche nell’ultima Sidney-Hobart , anticipandolo di bel 49 minuti sulla linea del traguardo, era già dotato di foil DSS! Che abbia vinto grazie a quelli non è detta ma la cronaca della regata è chiara: Comanche, in testa fin dalla partenza, è stato superato clamorosamente da Wild Oats XI quando le barche hanno incontrato una zona di alta pressione con venti molto deboli.
Infiniti Yachts, in collaborazione con Farr, è stato invece il primo cantiere a progettare un monoscafo con foil per la produzione in serie: l’Infinity 53R, un nuovo 53 piedi con la canting keel pensato per raggiungere prestazioni eccezionali sia in regata offshore che inshore. L’inizio della produzione è previsto per i prossimi mesi e con molte probabilità non passerà molto tempo prima che ne vedremo uno in mare.