La faida tra velisti e motoristi è sicuramente vecchia quanto i primi yacht a motore. Riuscite a immaginare cosa possano aver detto i vecchi marinai quando comparvero i primi motori per il diporto? Scommetterei che si distinsero due correnti di pensiero: una a favore del progresso e un’altra per la sicurezza delle tradizioni.
In realtà la vela è sopravvissuta all’avvento del motore grazie al suo aspetto sportivo, e oggi è nuovamente in crescita grazie alle sue qualità economiche ed ecologiche, ma il mondo della nautica è ancora diviso a metà.
Lo stereotipo del velista
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Il velista tipo è fondamentalmente uno sportivo: va in barca per pura passione, è preciso, studia, si allena, si prende cura dell’attrezzatura e non ha paura di faticare… Passa spesso giornate intere a regolare le vele, con l’obiettivo di guadagnare mezzo nodo di velocità, ma trae piacere da questo. Per il velista non è importante la meta ma navigare in se, tanto che spesso esce in mare solo per “fare due bordi”, che significa andare avanti e indietro in mezzo al mare senza ragione apparente. Il velista ama il silenzio, il vento e anche le condizioni meteo più impegnative. Il velista infine ama l’ambiente e rispetta il mare navigando senza inquinare.
Cosa pensa dei motoristi
Il velista odia i motoristi perché li ritiene ignoranti e maleducati. Ai suoi occhi le barche a motore sfrecciano a tutta velocità incuranti degli altri, della costa, dei bagnanti o della fauna marina. I motoristi salgono a bordo in porto e danno gas ancora prima di conoscere la rotta, gli ostacoli, le regole o i segnali. “Si credono padroni del mare!”.
Lo stereotipo del motorista
Il proprietario di una barca a motore è, secondo l’immaginario collettivo, una persona che sa godersi la vita. Il motorista vuole rilassarsi senza troppe complicazioni, ama stare comodo, mangiare e raggiungere velocemente la meta scelta. Perché restare in balia dei capricci del vento quando si possono armare due o tre motori da abbondanti (talvolta decisamente esagerati) cavalli? Per il motorista andare in barca è sostanzialmente un modo per vivere la vacanza, non uno sport da praticare tutto l’anno.
Cosa pensa dei velisti
Secondo il motorista i velisti sono tutti fanatici, rompiscatole, si credono tanto intelligenti e pensano di essere gli unici “veri” amanti del mare. Si svegliano all’alba per fare traversate di 10 e più ore, quando ne basterebbero meno della metà. “Il 90% dei cosiddetti velisti racconta di fantomatiche burrasche al bar ma naviga a motore per la maggior parte della crociera, e solo col mare piatto.” Volete conoscere il preciso parere di un motorista? Ecco cosa dice Beppe Grillo sui velisti.
Questo odio ha davvero senso?
Io, che amo il mare prima di tutto e che alterno volentieri momenti di relax e grandi mangiate ad un bel bordo di bolina con falchetta in acqua, di quale gruppo dovrei fare parte? Come si definisce chi ama navigare a vela ma esce volentieri in mare anche a motore? Si dice che i motoristi non amino faticare ma come la mettiamo con chi passa le domeniche a fare lavoretti a bordo? Qualcuno addirittura si è restaurato da solo la barca!
Forse le definizioni di Motoristi e Velisti sono troppo generiche e non hanno più alcun senso; dovremmo distinguere chi va sempre a motore su una barca a vela, chi fa regate, chi possiede uno yacht planante e chi una barca a motore lenta, chi possiede una buona cultura marinaresca e chi invece resta ignorante, chi va in mare tutto l’anno e chi solo una settimana ad agosto….
In fin dei conti il tipo o il mezzo di navigazione sono davvero importanti? Come suggerisce questa interessante intervista di Vela e Motore, forse velisti e motoristi non sono poi così diversi.
È tempo di mettere da parte ogni pregiudizio e capire che si può amare e vivere il mare in mille modi diversi, non ne esiste uno sbagliato. L’unica cosa che davvero importa è il rispetto!