L’Italia è un Paese dalle mille bellezze capace di trasmettere al visitatore stupore e incanto.
Oggi il nostro itinerario si focalizza sulla costa adriatica, precisamente sul versante pugliese, toccando due meravigliose località piene di fascino. La prima tappa riguarda la località di Villanova di Ostuni, cittadina costiera; la seconda tappa è Torre S. Leonardo sino a raggiungere la località di Torre Canne, trascorrendo momenti di assoluto relax, con possibilità di degustare le specialità gastronomiche tipiche.
Il castello di Villanova d’Ostuni
Villanova è una frazione del comune di Ostuni nella provincia di brindisi, situata sulla costa adriatica. Villanova dispone di un porticciolo turistico, nucleo centrale del paese, ai piedi del basso castello fortilizio del XIV secolo, una chiesa ottocentesca e numerose spiagge. Il piccolo centro sorge in prossimità dell’antica Via Traiana, infrastruttura romana di collegamento tra il Nord ed il Sud della Puglia rimasta in uso anche in età normanno sveva. Nel XII secolo il sistema portuale dell’area adriatica sotto l’autorità di Ostuni è ampliato dallo sviluppo della piccola Petrolla, oggi Villanova. Nel 1182 Tancredi Conte di Lecce e signore di Ostuni, concede al vescovo ed ai cittadini ostunesi di fondare un centro presso San Nicola di Petrolla e di popolarlo. Il centro viene rilevato nel percorso di ritorno dalla terza crociata di Filippo II Augusto re di Francia nel 1191 et recedens, inde transitum fecit.. per villam que dicitur la Petrolle. È l’imperatore Federico II di Svevia a dare la maggiore spinta propulsiva per lo sviluppo del casale. Il 9 ottobre 1239 Federico II ordina ad Andrea di Acquaviva, giustiziere di Terra d’Otranto di verificare perché il suo predecessore Filippo di Maremonte non sia riuscito a far ripopolare Petrolla nonostante il suo ordine. Il 29 febbraio 1240 rinnova l’ordine allo stesso giustiziere e richiede di far pervenire ad cameram nostram una relazione completa. Nel 1277 Carlo I d’Angiò fonda Villanova sulle ceneri della scomparsa Petrolla.
Gli abitanti di Villanova erano tenuti, insieme agli abitanti di Carovigno alla manutenzione dell’antico castello di Ostuni, uno dei Castra exempta del Regno di Sicilia. Tra i monumenti più importanti troviamo il castello di Villanova fatto costruire dagli angioini, che subentrarono nella dominazione di Ostuni agli svevi-normanni, ai quali si deve l’intensificazione della coltivazione dell’ulivo; e il porto romano costruito durante l’impero di Traiano, molto attivo per i traffici commerciali soprattutto d’olio e vino fino alla distruzione da parte delle scorrerie dei saraceni.
Torre Canne e il Pomodoro Regina
Navigando verso nord da Villanova d’Ostuni per circa 10 miglia nautiche arriviamo a Torre Canne una frazione del comune di Fasano nella provincia di Brindisi. Località marina con spiagge caratterizzate da una sabbia bianca e finissima che rientra nel Parco Dune costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo istituito nel 2006.
Torre Canne è conosciuta per le salutari terme; la conoscenza delle virtù terapeutiche delle acque di Torre Canne risale ad oltre un secolo fa; con tali acque è possibile effettuare trattamenti di fangobalneoterapia e balneoterapia.
Simbolo della frazione è il Faro che illumina a intermittenza la costa, le scogliere e tutto il mare. Dagli anni 80, la frazione è cambiata, si è ingrandita. Si sono cominciate a costruire case da affittare ai bagnanti, è stata costruita una chiesa ed è quindi cresciuta anche come località balneare.
Il Pomodoro Regina è il nome di una varietà locale di pomodoro da serbo, coltivata nell’alto Salento tra Fasano e Ostuni, nei terreni salmastri litoranei del Parco delle Dune Costiere, da Torre Canne a Torre San Leonardo fino ad Egnazia, lungo l’antica via Traiana. Viene raccolto a partire dal mese di luglio: una parte viene venduto fresco e una parte viene riposto in cassette dove subisce un appassimento fino all’inizio di settembre, quando il cotone è pronto per la filatura. A questo punto i pomodorini, legati per il peduncolo con il filo di cotone a formare le ramasole, sono appesi alle volte delle masserie o delle case e si conservano fino alla fine del mese di aprile dell’anno successivo. Un tempo il possesso di molte ramasole era un’espressione di prestigio sociale e di ricchezza familiare: le ragazze in età da marito che ne possedevano molte erano ambite. Il nome di questo pomodoro si ispira alle caratteristiche del peduncolo, che crescendo assume la forma di una coroncina. Le bacche sono piccole e tondeggianti.
La gastronomia di questi luoghi è ampia, possiamo ricordare:
- “Ncapriata“: Piatto ricco di sapori composto da una crema di fave secche bollite a lungo in acqua e sale. Si aggiunge alla fine della cicoria o cime di rapa già cotte a parte e condite, a crudo, con olio extra vergine d’oliva.
- La teglia di “patate, riso e cozze” ha un sapore indescrivibile, soprattutto se avete la fortuna di assaggiare quella cucinata nel forno a legna, con carboni “fuoco sopra e fuoco sotto”. Se non l’avete va benissimo il normale forno: i vostri invitati si congederanno non prima di avervi chiesto la ricetta.
- Alici “Arracanate“: Dopo aver spinato le alici, disporle a strati in una teglia aggiungendo un composto formato da pan grattato, trito d’aglio, menta e capperi, cospargere il tutto con origano e olio e passare in forno.
In questi luoghi ci sono varie attività capaci di far fronte a vari target di visitatori, dal pescaturismo allo snorkeling, fino al divertimento grazie ai vari locali presenti nelle città.