Vi è mai balenata l’idea di prendere la vostra piccola barca e puntare il largo, solo voi e il mare? Se la risposta è si allora questo articolo fa proprio per voi!
Per tutti quelli che vorrebbero ma non hanno ancora osato affrontare un tratto di mare in completa solitudine intervistiamo Enrico Corsetti che quest’estate, assieme al suo “Tigro” (un Hobie Tiger 18), ha percorso in solitario la rotta Ostia-Isola d’Elba e ritorno.
“Non sono un professionista ma semplicemente un diportista-ristoratore (il mio lavoro), amante del mare. Ho fatto una cosa che può fare chiunque ami e rispetti il mare.”
La storia di Enrico Corsetti è simile a quella di molti appassionati di vela: cominciò da piccolo a respirare l’aria di mare, anche grazie al padre che possedeva una barca. A 10 anni navigava su Vaurien nella laguna di Orbetello, a 20 anni è passato al windsurf e dopo una lunga parentesi sulle barche a motore è tornato alla vela, frequentando un corso di catamarano nella ventosa Porto Pollo, in Sardegna.
“Lì conobbi un Marinaio vero, un campione dell’altura, Tullio Picciolini, che mi fece innamorare di queste barche adrenaliniche. Lo vidi arrivare dal Mare su un Hobie Tiger, barba incolta, con degli strani bidoni montati sul trampolino: era appena arrivato da Ostia, in solitario!”
QUALI “GIRI” HAI FATTO NEGLI ULTIMI ANNI? SEMPRE IN SOLITARIO?
Sommario Articolo
Dal 1992 al 2007, la mia vita velica si è svolta a bordo di Shamal, un catamarano Venezia 42 della Fountaine Pajot.
Nel 1993 ho preso la patente nautica e prima come “mezzo marinaio” di mio fratello Filippo (più grande di tre anni) al quale devo gran parte delle mie conoscenze di vela e successivamente come skipper contando solo sulle mie forze, su quelle di mio figlio nato nel ’91 e su quelle di qualche amico a digiuno di vela, ho visitato parte del Mediterraneo Occidentale.
Nel 2008, senza più Shamal e senza più un pezzetto di cuore che era andato via con lui, passai ai piccoli catamarani e, grazie a Tullio Picciolini, approdai alla Lega Navale Italiana di Ostia, patria di questo genere di imbarcazioni. Qui già organizzavano dei campeggi nautici in equipaggio con i catamarani e non ho fatto altro che inserirmi in un gruppo collaudato guidato da Tullio, da 5 anni Presidente della Sezione di Ostia della Lega Navale, e da sempre un rappresentante d’eccezione di questo genere di navigazioni.
Nel 2010 con Tigro, in coppia con Claudia Scarcella, un’ottima e temeraria specialista del catamarano, insieme al Tiger di Tullio siamo andati all’isola del Giglio. L’anno seguente, in flottiglia, in coppia con Massimo Onorati, siamo andati a Palmarola e a Ponza.
Nel 2012, ancora con Claudia, soli con Tigro siamo tornati all’Argentario.
Questa estate, invece, desideravo fare un’esperienza in solitario e con Tigro, sempre partendo dalla Lega Navale di Ostia, abbiamo fatto una splendida cavalcata fino all’isola d’Elba e ritorno, sfruttando gli alisei dell’Oceano Tirreno: Scirocco all’andata e Maestrale al ritorno!
QUALE È STATO IL MOMENTO BELLO?
Il momento? Direi i momenti, perché sono più di uno naturalmente. I più impegnativi corrispondono ai più belli, perché vissuti con una intensità e una tensione uniche, ma in particolare non posso dimenticare il salto di un enorme tonno a pochi metri dalla prua di Tigro, all’altezza di Capo Linaro, dopo una folle corsa iniziata a Giannutri.
COME SI ATTREZZA UNA BARCA PER QUESTO TIPO DI NAVIGAZIONE?
Un piccolo catamarano non abitabile come un Hobie Tiger, non nasce di certo per fare lunghe navigazioni, quindi il posto per stivare le cose va…inventato. Gli scafi non devono essere appesantiti, quindi non possono essere utilizzati come ripostigli. L’unico piano d’appoggio da sfruttare è il trampolino. Sul trampolino monto:
- una tendina-igloo, dove sistemo le cose di prima necessità che possono risultare utili durante la navigazione;
- n.2 bidoni stagni sistemati in posizione orizzontale alla destra e alla sinistra dell’albero, sulla zona anteriore del trampolino, dove stivo tutto ciò che mi sarà utile una volta arrivati a terra.
COSA NON DEVE MAI MANCARE?
Il vento, una bussola, l’acqua potabile e…il buon umore.
COME PIANIFICHI LE TUE ROTTE?
Le pianifico in base alle previsioni meteo e, una volta identificata la destinazione, studio la costa per individuare eventuali zone intermedie di atterraggio di emergenza, in caso di avaria.
ESISTE UNA STAGIONE MIGLIORE?
Poiché parliamo di navigazioni nel Mediterraneo con una barca costantemente bagnata, la stagione migliore va da maggio a ottobre. Il mese di giugno è l’ideale, perché ti permette di avere tante ore di luce e la possibilità di spiaggiare in luoghi esclusivi non ancora affollati dal turismo estivo e dai controlli delle Autorità Marittime.
DOVE DORMI E COSA MANGI?
La destinazione di ogni tappa corrisponde quasi sempre ad una spiaggia, in modo di poter spiaggiare con il catamarano e appoggiare sulla sabbia una tenda tipo quelle che vendono da Decathlon: quelle che si aprono in un secondo e che non ti ricordi mai come si richiudono! Per mangiare è bene organizzarsi sia con cibi freschi come la frutta di stagione e qualche panino organizzato prima della partenza, sia la frutta secca e degli integratori, molto utili nelle tappe più lunghe, assolate e/o impegnative per le condizioni meteo. Una volta a terra, tutto dipende da dove ci si trova. Se si arriva in un posto turistico ed organizzato, si cerca un bel posticino per rilassarsi, mangiare bene e brindare al Mare con un buon bicchiere di vino, altrimenti ci si può organizzare con un piccolo fornelletto a gas in stile camping, per cucinare un piatto di pasta.
COME SI AFFRONTANO GLI IMPREVISTI?
Gli imprevisti sono…imprevedibili, quindi non esiste una formula magica.Ci sono due regole base da seguire:
- cercare di prevenirli attraverso un’ispezione accurata delle parti più a rischio dell’imbarcazione e dell’armo;
- mantenere la calma, non farsi prendere dal panico e ragionare.
TI SEI MAI TROVATO IN UNA SITUAZIONE DIFFICILE? COME NE SEI USCITO?
Certo, chi va per mare si può trovare in situazioni complesse da gestire. Personalmente le situazioni più difficili le ho dovute affrontare quando navigavo sulle barche grandi. In particolare ricordo una traversata di bolina con Shamal, il catamarano di 42 piedi, in cui con oltre 40 nodi di scirocco si ruppe il passa uomo situato sulla parte interna dello scafo in corrispondenza del bagno e le onde entravano dentro. Con Tigro, finora, non ho mai vissuto momenti drammatici, ma solo piccole emergenze. È stato importante fare delle esperienze un po’ estreme, per questo tipo di barche, con Tullio Picciolini e vedere la calma e la tempestività con cui affrontava e risolveva situazioni che per me sarebbero stati drammatiche. Comunque la regola base per uscirne è sempre quella: mantenere la lucidità. L’istinto di sopravvivenza farà il resto.
EQUIPAGGIAMENTO PERSONALE: COSA PORTI CON TE?
Dipende dal tipo di navigazione che si intende affrontare e dalla stagione. Nel caso del mio viaggio in solitario da Ostia fino all’Elba e ritorno, ho portato:
- 2 bidoni stagni,
- una tendina igloo da utilizzare come ripostiglio,
- un attrezzo multiuso,
- attrezzatura di rispetto: grilli, stroppi, tappi, drizza,
- cima di traino,
- ancora,
- 2 rulli gonfiabili per agevolare l’alaggio e il varo
- pompa manuale,
- tenda per dormire,
- sacco a pelo estivo ,
- materassino per il sacco a pelo,
- un anti zanzare,
- un mutino estivo,
- una muta lunga da tre mm,
- tavole plastificate del portolano,
- una bussola da kayak,
- un gps garmin non cartografico,
- una radio VHF impermeabile,
- un mini-iPad con custodia stagna, comodo per leggere le previsioni meteo-marine,
- un min-epirb personale, prestatomi per l’occasione da Tullio, poiché navigavo da solo,
- una torcetta a LED con fascia elastica,
- una torcia stagna,
- un trapezio,
- un salvagente,
- luci di navigazione a batteria,
- maglie in lycra,
- indumenti,
- calzari in neoprene,
- bandana in neoprene,
- un cappello con visiera ed uno in pile,
- crema protettiva,
- paio di guanti,
- un paio di sandali.
Ringrazio moltissimo Enrico per aver risposto alle nostre domande. Un grande Buon Vento da tutto lo staff di OrmeggiOnline, con la speranza che torni a raccontarci delle sue navigazioni!
E voi avete già fatto qualche esperienza in solitario? Oppure volete chiedere qualcosa a Enrico?
Lasciateci un commento!