Ancora una volta ci siamo dimenticati dei natanti…! Se pure esistono numerosi cantieri di produzione l’Italia sembra dimenticarsi sempre delle piccole barche: non vengono considerate dai registri (forse meglio…), dalla stampa di settore e dalle aziende che forniscono servizi, tra cui i porti. Perché non vengono costruiti porti adatti alle piccole-piccolissime imbarcazioni?
I porti a secco sono una valida alternativa poco sfruttata in Italia. Nonostante il fatto che oltre il 50 % delle imbarcazioni registrate siano di lunghezza inferiore ai 10 metri, nella nostra penisola si continuano a costruire grandi marina incentrati sulle necessità di grossi yacht. In queste strutture, dotate di ogni tipo di comfort, è inevitabile che un posto barca, anche piccolo, venga a costare cifre considerevoli e difficilmente sostenibili da proprietari di natanti con reddito comune.
L’alternativa ci sarebbe ma, chissà come mai, nessuno sembra pensarci…

Cosa si intende esattamente per porto a secco?
Si tratta sostanzialmente di uno spazio a terra collegato con il mare (direttamente o indirettamente attraverso un canale), che permetta di stazionare per un tempo di qualsiasi durata e al contempo preveda attrezzature atte ad alare e varare rapidamente l’imbarcazione. Un vero porto a secco deve permettere al diportista di usare la barca tutti i giorni senza perdere tempo!
La tecnologia c’è ed è anche molto semplice da realizzare: con un semplice folk-lift e delle impalcature industriali in metallo si possono arrivare a movimentare natanti fino a 10 metri di lunghezza e collocarli su quattro livelli sovrapposti. Le operazioni di alaggio e varo sono molto più veloci rispetto alla classica gru con fasce da passare sotto la carena e l’armatore perderebbe lo stesso tempo che ci vuole normalmente per la manovra di ormeggio. Si potrebbe addirittura telefonare prima al porto e trovare già la barca in acqua, pronta a prendere il largo.
Perché sarebbe vantaggioso?
Non parliamo di tutta la nautica, ci sono barche per cui questi sistemi non avrebbero senso, diventerebbero inutili e dispendiosi. Per i natanti invece i porti a secco sono un’ottima soluzione.
- Le barche si possono facilmente rimessare anche al chiuso, sotto apposite tettoie o all’interno di capannoni. Questo significa tenerle completamente al riparo da intemperie e mareggiate con conseguente diminuzione dei danni e dell’usura a cui normalmente è soggetta una barca in acqua.
- Non solo! Tenendo la barca sempre a terra l’antivegetativa non è più necessaria e si avrà una carena sempre pulita risparmiando soldi e ambiente.
- Un porto in secco è molto più semplice da realizzare, non è soggetto al pagamento di concessioni e deve rispettare molti meno vincoli. A parità di metri quadrati inoltre può ospitare molte più imbarcazioni con personale e strutture ridotte.
- La barca viene utilizzata sempre in condizioni ottimali, con carena pulita priva di antivegetativa o incrostazioni, con il risultato di ottenere prestazioni migliori e consumi ridotti.
- La barca stazionata a secco è inoltre facilmente accessibile per qualsiasi intervento ordinario o straordinario. A meno che la barca non si trovi al 4 piano di un impalcatura fare i lavori a terra è sempre più pratico!
Tutto questo si traduce in un netto risparmio per il diportista, sia sulla manutenzione che sul canone annuo, pur mantenendo la possibilità di uscire giornalmente senza perdere tempo.
Per costruire una struttura del genere non ci vorrebbero spazi o capitali esagerati, sarebbe relativamente semplice.
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Sarebbe molto utile una rete con copertura nazionale, in modo che i natanti possano anche girare nella stagione estiva, ma si potrebbe iniziare dalle zone con maggiore richiesta. Mi vengono in mente alcune città della Liguria, regione in cui si conta un alta presenza di piccole imbarcazioni e pochi posti barca adeguati. Ma anche tratti di costa come la Versilia, o la Maremma toscane, la Costa Smeralda, la costa laziale… Gli spazi non mancano di certo, anzi la costruzione di un porto a secco potrebbe diventare un’ottima occasione per valorizzare qualche vecchia area industriale dismessa o terreni in abbandono. Realizzando tutto con un occhio attento all’ambiente, utilizzando materiali ecologici ed energie rinnovabili, si ridurrebbe anche l’impatto ambientale al minimo, per la gioia di tutti.
Insomma non riesco davvero a spiegarmi perché esistano pochissimi efficienti porti a secco!
Grazie per essere arrivati a leggere fino a qui. Dite la vostra nello spazio per i commenti qui sotto!