Lo sviluppo verso la clientela ed il mercato estero.
Nel corso degli ultimi 5 anni abbiamo avuto modo di assistere ad una profonda trasformazione degli scenari che hanno interessato, naturalmente, anche il comparto turistico portuale italiano. La profonda crisi economica mondiale, accompagnata da scelte politiche nazionali dannose e finanziariamente inefficaci, ha portato in molti casi ad una grave sofferenza delle destinazioni turistico portuali italiane che hanno patito lo sviluppo parallelo di due fenomeni: alla fuga di decine di migliaia di unità da diporto verso mete transazionali si è infatti sommata la nascita di nuovi importanti e prestigiosi posti d’ormeggio i cui iter autorizzativi risalivano, in molti casi, ad un periodo antecedente la comparsa di questi imprevedibili fattori.
In attesa di una auspicabile, seppur lenta, ripresa dell’intera filiera della nautica mondiale il Management portuale nazionale si trova, oggi più che mai, nella necessità di cercare nuove opportunità di sviluppo commerciale percorrendo rotte fino ad ora navigate solo sporadicamente o in maniera poco incisiva.
Viviamo ormai da tempo nell’era della globalizzazione, del web 2.0 e delle compagnie aeree low cost dove le distanze si sono accorciate notevolmente, gli spostamenti possono avvenire a costi sostenibili e le informazioni sono immediatamente e facilmente reperibili. In questo contesto la proiezione del Management portuale verso mercati esteri può essere una importante opportunità per espandere la platea anche ai diportisti stranieri interessati, da sempre, alle bellezza e tipicità delle destinazioni italiane.
I dati forniti dall’Osservatorio Nautico Nazionale con il Rapporto sul Turismo Nautico numero 4 del 2013 evidenziano come, nonostante la forte contrazione derivante dall’impatto (mediatico e materiale) della c.d. tassa di possesso, nei marina propriamente detti il peso dei diportisti provenienti dall’estero è di circa il 5%.
Non mancano d’altronde gli esempi nazionali che hanno già da tempo intrapreso questa nuova via e che stanno ottenendo importanti risultati. E’ il caso del Marina di Ragusa che, proprio nel corso del Salone Nautico di Genova appena trascorso, ha comunicato che i primi dati statistici in possesso del porto evidenziano un netto incremento di diportisti francesi che hanno dunque accolto l’invito a recarsi in Sicilia, a Marina di Ragusa, per passare un caldo periodo di vacanze. Tra le presenze anche quelle dei turisti inglesi e americani. Da segnalare inoltre la presenza non indifferente di diportisti provenienti dalla Russia che hanno approfittato dei nuovi voli estivi del vicino aeroporto di Comiso. All’interno dello stand del “Sicily Boating Project”, il progetto di internazionalizzazione promosso dall’Assessorato delle Attività Produttive della Regione Siciliana, il Porto Turistico di Marina di Ragusa ha predisposto una postazione che esalta la Sicilia del Sud Est e le rotte al centro del Mediterraneo.
Come attirare la clientela estera?
Per intraprendere questo processo di internazionalizzazione delle destinazioni turistico portuali nazionali è però necessario approfondire, come è naturale, la conoscenza e la comprensione dei differenti modi di intendere l’attività diportistica dei paesi a cui ci si rivolge ed alle aspettative della loro clientela. Pur essendo legati tutti dallo stesso minimo comun denominatore il diportista tipo italiano nutre infatti aspettative ed ha esigenze differenti da quelle richieste da un diportista inglese, tedesco o francese. E’ quindi necessario uno studio approfondito dei mercati locali e dei motivi che muovono il diportista a scegliere un marina anziché un altro. Si tratta di un lavoro che può permettere, una volta compreso che cosa esattamente si deve valorizzare e come lo si deve presentare, di verificare se si è realmente pronti ad offrire ciò che questa tipologia di clientela ricerca. Durante le mie visite presso i porti turistici nazionali ed internazionali ho modo di rilevare molte di queste differenze e di come sia, a titolo puramente esemplificativo, estremamente difficile notare assistenti all’ormeggio che non indossino i dispositivi di sicurezza in un porto turistico inglese oppure l’attenzione verso l’ambiente che il diportista tedesco spesso ricerca o ancora l’esigenza comune di poter usufruire di un servizio di lavanderia completo di asciugatrici e/o essiccatori.
Per favorire tale sviluppo il management portuale italiano ha a disposizione moltissimi strumenti potendo fare riferimento anche alle attività svolte dalle diverse Associazioni nazionali di categoria quali, ad esempio, l’australiana Marina Industries Association (MIA) o la britannica The Yacht Harbour Association (TYHA) istituite per sostenere e sviluppare l’industria nautica locale.
Il MIA ed il TYHA oltre a supportare le reti nautiche nazionali contribuendo a stabilire e mantenere buone relazioni, hanno da tempo sviluppato percorsi di formazione ad hoc per ogni figura professionale addetta al management portuale e, non meno importante, hanno anche fissato gli standard di riferimento nel settore dei marina e dei porti turistici che sono certificati rispettivamente nell’ambito dei programmi denominati Gold Anchor International Rating Scheme for Marinas (MIA) e Gold Anchor Award Scheme (TYHA).
La professionalizzazione del personale addetto al management delle destinazioni turistiche portuali è un tema di fondamentale importanza generale e sul quale i Concessionari devono necessariamente iniziare a concentrarsi per poter supportare l’auspicato rilancio. Proprio per la sua rilevanza non ci soffermeremo qui sull’argomento, che sarà trattato prossimamente, ma è doveroso accennare all’innegabilità del rapporto fra un processo di internazionalizzazione ed una opportuna preparazione (linguistica, tecnica, di cura del cliente, etc.) di tutto il personale addetto alla gestione di un moderno porto turistico.
The Yacht Harbour Association (TYHA)
Attraverso il programma “Gold Anchor Award Scheme”, il cui payoff è proprio “Valutiamo i porti turistici per aiutarvi a decidere dove ormeggiare!“, il cliente diportista ha la garanzia che quel porto turistico certificato è stato oggetto di una seria e rigorosa valutazione composta da 3 fasi:
una valutazione del marina attraverso la visita da parte di un ispettore certificato e realizzata secondo rigorosi standard predefiniti;
- la valutazione da parte di un acquirente misterioso;
- la compilazione di questionari anonimi da parte dei titolari dei posti barca.
Al termine del processo il marina otterrà un riconoscimento compreso fra 1 e 5 Ancore d’Oro.
Il Gold Anchor Award Scheme, o Programma Ancore d’Oro che qui esaminiamo per vicinanza geografica, è attualmente attivo in oltre 28 nazioni in tutto il mondo con oltre 140 porti turistici certificati dal TYHA (www.which-marina.com e www.tyha.co.uk )
Ciò che è interessante qui evidenziare è che oltre il 50% dei diportisti che sono stati interpellati è a conoscenza dell’importanza e della valenza di un marina certificato attraverso questo programma. Questo può quindi rappresentare un valore aggiunto ed un potente strumento di marketing dal momento che il marina può contare, fra le altre cose, su una campagna stampa a livello internazionale; della promozione annuale del marina presso oltre 150.000 diportisti; di ottenere il premio Clean Marina di ICOMIA e la possibilità di partecipare al premio di Marina dell’anno.
Da quando il programma è stato lanciato il TYHA ha avuto modo di registrare un aumento generale delle locazioni dei posti barca oltre ad un crescente interrogativo del motivo per cui il proprio marina non sia certificato.
Come abbiamo scritto nelle premesse l’uso di questi ulteriori strumenti è solo una delle possibili strade che il Management portuale può intraprendere per affacciarsi con più forza e preparazione verso i diportisti stranieri ma non è, naturalmente, l’unica. Ogni marina deve effettuare le opportune valutazioni al proprio interno e verificare, in base alle proprie attitudini e aspettative, se sia o meno percorribile la nuova frontiera e l’obiettivo possa essere raggiungibile.
Volete saperne di più? Fatemi una domanda nello spazio per i commenti