“Le barche hanno un’anima. Lo si sa. Lo dicono tutti.
Anche il più scettico uomo del mondo , con cui bisognerebbe stare bene attenti a incominciare un discorso sull’anima dell’uomo, non batte ciglio a questa asserzione.
Non tutte però. Un gommone non ha un’anima. Non ce l’ha un quarter ton in fibra di carbonio e con la poppa senza specchio, non ce l’ha un portacontainer di duecentocinquantametri. Ma forse non sono barche. Forse ho trovato la definizione di barca. Una cosa fatta per galleggiare che ha l’anima.
Le altre sono solo galleggianti….”
È una delle splendide frasi che ci ha lasciato l’Architetto del mare “Honoris Causa” C. Sciarelli, autore de “Lo yacht – Origine ed evoluzione del veliero da diporto”, pietra miliare della nautica da diporto. In accordo con questa affermazione si potrebbe dire che allora il mare, i laghi e gli oceani siano pieni di anime; alcune che brillano, altre eclissate o disperse, o ancora alla ricerca di nuova vita. Per questo dobbiamo andare a cercarle, come si cerca l’oro, e raccoglierle tutte senza lasciarle andare a fondo o alla deriva, perché finché si possono definire tali possono ancora vivere!
“…Basta molto poco all’anima di una barca…Gli basta l’ultimo pannello di radica e rimane lì dietro in letargo.
Immaginiamo il peggio. Un giorno, hanno toccato quasi tutto meno il bracciolo a ricciolo dove si è rintanata l’anima della barca e spaccan anche quello. Quella barca da quel momento non ha più l’anima.
L’anima, una volta che è andata via, non torna più.
Bastava lasciare in pace quel bracciolo. Ma non è stato fatto.
E’ un fiore delicatissimo l’anima. E con un brutto carattere. ..” C. Sciarelli, Lo Yacht, Mursia 1970
Prima di abbandonare una creatura in cui ancora possiamo sentire pulsare l’anima, forse sarebbe meglio provare a farla risplendere. Riportare in luce vecchi gioielli del mare dovrebbe essere un dovere, un bene comune vederli risolcare le onde dei nostri mari. E allora perché non tenere le vecchie imbarcazioni pensando a un refitting, piuttosto che un restyling o ad una semplice ripulita?
Perché non adottare un’anziana signora del mare, abbandonata da qualche ricco signore che ha preferito un nuovo yacht di quelli giovani, senza valori ne anima, quelli moderni in vetroresina….
Quando si pensa ad uno yacht tradizionale si pensa ad una barca in legno. L’aspetto, l’odore , l’emozioni suscitate dal legno, caldo e sensuale alla vista e al tatto, non sono riscontrabili in nessun altro materiale da costruzione. Il legno, riporta ad una sensazione di comfort e di qualità del lavoro artigianale, è elegante e perfetto per realizzare i dettagli, anche minimi. Persino le barche realizzate con fibre moderne hanno almeno una serie di decorazioni realizzate in legno perché gli elementi tradizionali degli interni possono essere combinati insieme agli elementi moderni in uno stile elegante e unico.
Refittare uno yacht comporta studiare approfonditamente la struttura, i pesi, gli impianti (ecc..), spesso in mancanza parziale se non addirittura totale, di una documentazione storica del progetto originale. Il recupero di queste perle del mare riporterebbe alla luce e alla gloria anche il prezioso lavoro dei mastri d’ascia, degli artigiani, i quali hanno tramandato la loro arte fino a che l’arrivo della produzione in serie non ha messo a grosso rischio la perdita di questa cultura artigianale.
Spesso viaggiando o anche navigando sul web, mi è capitato di vedere imbarcazioni abbandonate e in pessime condizioni ed è in questi casi che mi piace immaginare quali interventi si potrebbero fare per riportarle a nuova vita: modifiche strutturali, magari alla tuga o al fly o anche solo rinnovare lo stile, dei tessuti o dell’arredo, oppure semplicemente restaurarle per riportarle alle condizioni originali.
Se anche a voi affascinano le storie di questi tesori trascurati, se vi capitasse di vedere imbarcazioni abbandonate in qualche porto o sulla terra ferma o se magari ne possedete una, perché non presentarla a noi, lettori e scrittori del blog, e provare ad immaginare insieme un possibile restauro?!
Lasciamo scatenate l’immaginazione e diamo spazio a nuove idee! Forse sarà di stimolo per qualcuno, riportare nel loro elemento naturale, quelle signore del mare…