Anche questo anno la bella stagione è volata via, sempre troppo breve per fare tutto ciò che vorremmo. I più fortunati di noi, appassionati di mare, hanno avuto modo di passare le vacanze a bordo e adesso arriva il momento di mettere la barca in condizione di affrontare il lungo “letargo invernale”. La stragrande maggioranza degli armatori riesce infatti ad utilizzare la propria imbarcazione solo nei mesi estivi a causa del tempo, degli impegni familiari e lavorativi.
La barca dovrà rimanere ferma per mesi e non la si può certo abbandonare così come è!
Oltre a tutte le operazioni da fare per l’invernaggio ogni anno, verso settembre ottobre, bisogna affrontare una scelta: lasciare la barca in un rimessaggio a secco o in acqua?
Se si pensa di poter utilizzare l’imbarcazione spesso, allora il problema non si porrà nemmeno e non saranno necessarie neanche molte operazioni di manutenzione. Se invece si è sicuri di non riuscire a concedersi neanche qualche uscita domenicale sarà bene considerare ogni opzione:
Lasciare l’imbarcazione in acqua, completamente esposta alle intemperie significa sicuramente sottoporla ad una notevole usura ed essere sempre in pensiero. Tirarla a secco potrebbe sembrare un operazione complessa e dispendiosa ma, se si considera che la barca va comunque alata una volta l’anno, il discorso cambia.
Molti porti offrono direttamente (o tramite accordi con cantieri del posto) il servizio di rimessaggio a secco e fare tutto in un unica struttura semplifica notevolmente l’organizzazione. Altrimenti sarà necessario trovare un porto turistico adatto per l’ormeggio in acqua estivo e un cantiere non troppo distante, disposto ad ospitare l’imbarcazione nei mesi freddi.
Pro e contro del rimessaggio in secco
Analizziamo nello specifico pro e contro. Tirare la barca in secco per i mesi invernali permette di:
- Diminuire il rischio di osmosi,
- Evitare gran parte dell’umidità che si forma all’interno,
- Diminuire l’usura dovuta sia all’acqua salata che all’esposizione alle intemperie,
- Maggiore sicurezza da furti e mareggiate,
- Praticità nell’esecuzione di pulizie e manutenzioni.
Da contro però c’è da valutare:
- Impossibilità di utilizzo dell’imbarcazione,
- Secondo alcuni la distribuzione delle forze che agiscono sulla carena non è ben distribuita come in acqua. Se l’invaso non è ben costruito la vetroresina potrebbe risentirne.
Costi a confronto
I costi variano molto da zona a zona e da cantiere a cantiere. Noi abbiamo chiesto alcuni prezzi a porti turistici che propongono entrambe le soluzioni ed ecco i risultati:
Porto / rimessaggio | Costo porto barca in acqua (dal 1/10 al 30/04) | Costo del rimessaggio a terra /dal 1/10 al 30/04) |
Marina 204 – Pisa | 1750 € IVA inclusa | 1050 € IVA inclusa (alaggio e varo esclusi) |
Porto di Cecina | 1895 € IVA inclusa | 1281 € IVA inclusa (alaggio e varo esclusi) |
Marina di Rimini | 2753 € IVA inclusa | 1965 € IVA inclusa (alaggio e varo esclusi) |
Porto Arenella (Palermo) | 1464 € IVA inclusa | 1200 € IVA inclusa (alaggio e varo inclusi) |
Marina di Termini Imerese | 1920 € IVA inclusa | 2850 € IVA inclusa (alaggio, varo e lavaggio carena inclusi) |
Il nostro campione di ricerca è piuttosto ristretto ma possiamo dedurne che nella maggior parte dei casi il posto barca in secco costa anche di meno di quello in acqua. Alaggio e varo, se si considera che comunque vanno fatti una volta l’anno, non spostano l’ago della bilancia.
A far alzare i costi dell’ormeggio in secco invece potrebbero essere la copertura, se non viene fatta artigianalmente o il posto barca in capannoni chiusi (situazione ottimale ma un po più costosa).
In ogni caso, prima di prendere qualsiasi decisione ricordatevi di chiarire bene i termini dell’accordo con il cantiere: quali servizi sono inclusi nel prezzo? Si possono effettuare lavori a bordo in autonomia o con i propri tecnici?
Assicuratevi anche che l’imbarcazione sia sempre a portata di varo (che non finisca bloccata da altre barche), che ci sia un assicurazione in grado di ripagare eventuali danni e che il rimessaggio disponga di tutti i sistemi di sicurezza necessari (antincendio, sorveglianza, aerazione ecc).
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