Il nostro itinerario nautico, oggi parte da una splendida cittadina incastonata nell’incantevole e tortuosa costiera amalfitana, Cetara.
Colatura di alici di Cetara
Cetara è un città di circa 2.345 abitanti nella provincia di Salerno, da sempre un paese di pescatori, e proprio per questo motivo che il suo nome deriva dal latino Cetaria ossia tonnara o da Cetari ossia venditori di pesci grossi. Cetara, vedesi situata in un’angusta e lunga vallata, era anticamente murata dalla parte del mare, tutto vestito di boschi, vigneti e agrumeti.
Cetara, essendo una città marinara, sviluppa la sua economia appunto sul mare, perciò si afferma come uno dei poli più importanti di stoccaggio di pesce azzurro nel mediterraneo. Ad affermare ciò è la sua gastronomia che vede in primo piano un prodotto unico nella sua specie la cosiddetta Colatura d’alici, una salsa liquida trasparente dal colore ambrato che viene prodotta da un tradizionale procedimento di maturazione delle alici in una soluzione satura di acqua e sale. Le alici impiegate sono pescate nei pressi della costiera amalfitana nel periodo che va dal 25 marzo, che corrisponde alla festa dell’Annunciazione, fino al 22 luglio, giorno di Santa Maria Maddalena. Alle alici, appena pescate, vengono rimosse la testa e le interiora, vengono quindi tenute per 24 ore in contenitori con abbondante sale marino. Sono quindi trasferite in piccole botti di castagno o rovere (dette terzigni), alternate a strati di sale, e ricoperte da un disco di legno sul quale sono posti dei pesi, via via minori col passare del tempo. A seguito della pressione e della maturazione del pesce, affiora del liquido in superficie che, nel caso di preparazione di alici sotto sale, viene rimosso. Questo liquido fornisce la base per la preparazione della colatura di alici.
Viene infatti conservato in grossi recipienti di vetro ed esposto alla luce diretta del sole che, per evaporazione dell’acqua ne aumenta la concentrazione. Dopo circa quattro o cinque mesi, tipicamente quindi tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, tutto il liquido raccolto viene nuovamente versato nelle botti con le alici, e fatto lentamente colare attraverso un foro, tra gli strati di pesce, in modo da raccoglierne ulteriormente il sapore. Viene infine filtrato attraverso teli di lino, ed è quindi pronto per gli inizi di dicembre.
Viene usata tipicamente per condire gli spaghetti e le linguine che debbono essere cotte senza sale, essendo la colatura di alici molto salata.
Stromboli, isola e vulcano
Il nostro itinerario continua verso sud, a circa 113.399 miglia nautiche, alla volta dell’arcipelago delle Eolie precisamente verso il vulcano Stromboli. l’isola è la più settentrionale delle Eolie e si estende su una superficie di 12,2 km². Il vulcano è alto 926 metri sul livello del mare e raggiunge una profondità compresa tra 1300 m e 2400 m al di sotto del livello del mare. Il vulcano è chiamato dai suoi abitanti Struògnoli, o anche Iddu (Lui in siciliano), in riferimento alla natura divina che un tempo era attribuita ai fenomeni naturali incontrollabili. Il nome proviene dal greco antico Στρογγύλη (rotondo) per via della sua forma. In siciliano Strummulu significa trottola. Stromboli dà il nome a un tipo di vulcani caratterizzati da un’attività vulcanica effusiva detta Stromboliana.
L’isola fu abitata fin dai tempi antichi, luogo di transito di numerosi popoli colonizzatori. La sua economia oltre a basarsi sul pescato era fondata anche sull’agricoltura con la coltivazione di ulivi, vite e fichi. L’isola è meta di turisti in cerca di tranquillità, si organizzano escursioni al vulcano con guide esperte, che portano ad oltre 900 metri sul livello del mare, con l’utilizzo di imbarcazioni è inoltre possibile raggiungere nelle ore notturne la vicina e movimentata Panarea, lo scoglio di Strombolicchio e Ginostra. Caratteristica dell’isola, oltre alle stradine strette percorribili solo dal motocarro e dai motorini elettrici, che i turisti affittano sull’isola stessa, è la mancata illuminazione notturna nelle strade, che il Comune a cui l’isola fa riferimento, ovvero quello di Lipari, vuol mantenere come importante attrattiva turistica.
Dall’Osservatorio, infine, si può vedere la lava del vulcano, l’unico delle Isole Eolie perennemente in attività e il cielo stellato evidenziato dalla mancanza di illuminazione.
Il protagonista indiscusso della gastronomia eoliana è sicuramente il pesce che troviamo in tutte le portate: troviamo pesci alla brace. La cucina tipica di Stromboli è basata sull’utilizzo di ingredienti semplici, genuini e soprattutto locali. Quasi tutti i piatti infatti prevedono l’uso di acciughe, capperi, olive ed erbe aromatiche. Tra i piatti tipici troviamo:
- spaghetti alla strombolana, a base di olive, capperi, acciughe e tantissimo peperoncino;
- spaghetti al fuoco, a base di melanzane, capperi, cipolla, pomodoro, sedano ed olive;
- polpettine in brodo di pesce realizzate con spatole, salpe, sauri ed vope, pomodoro, finocchietto selvatico e formaggio caciocavallo; le polpettine vengono poi fatte cuocere nel brodo di pesce;
- pasta con i ricci di mare;
- la caponata eoliana;
- il tortino di spatola;
- Tra i dolci vi sono le “Vastiduzze”, dolcetti realizzati con uva passa e mandorle ed i buonissimi “Spicchiteddi” a base di vino cotto, chiodi di garofano e cannella.
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