Oltre 50 anni fa, quando venne scoperta la vetroresina si parlava di rivoluzione nautica, proprio come ora. In effetti questa scoperta rivoluzionò completamente il modo di produrre barche; legno e metallo vennero progressivamente messi da parte e quasi completamente sostituiti dal nuovo materiale. La vetroresina è un composito, formato da fibra di vetro e resina, che possiede notevoli caratteristiche meccaniche. La sua ottima resistenza, l’elasticità e la leggerezza la rendono perfetta per costruire scafi e infatti per oltre 50 anni non è stato utilizzato altro.
Avete presente quando si dice: “i lati negativi di un’innovazione si scoprono nel tempo”? In effetti ci rendiamo conto solo ora dell’enorme difetto della vetroresina: il suo smaltimento. All’epoca si pensava a costruire, non si parlava ancora di ecologia e forse non c’è n’era neanche il bisogno visto che le imbarcazioni erano molte meno, ma oggi ci troviamo di fronte ad un grosso problema: Cosa fare delle migliaia di imbarcazioni da rottamare?
Quanto è grande il problema dello smaltimento della vetroresina?
Sommario Articolo
Rottamare una barca in vetroresina oggi

Uno dei processi per il trattamento degli scafi in vetroresina attualmente disponibile è la demolizione termica non ossidativa (pirolisi), attraverso la quale si ottiene Syngas e residuo solido (fibre). Questa tecnica prevede però l’impiego di ingenti quantità di energia termica per raggiungere le temperature necessarie (400 – 800 °C). Inoltre questa tecnica permette un basso recupero di materiale a fronte di elevati rischi sanitari e ambientali e non è quindi una buona strada da perseguire. Altre soluzioni oggi adottate, ma con scarse prestazioni, sono: il riciclo meccanico tramite frantumazione e macinazione, caratterizzato da un alto dispendio energetico, grandi costi di manutenzione e basso valore della materia ottenuta; il riciclo chimico, (glicolisi e idrolisi) attualmente studiato solo in ambito di laboratorio dato che pone dei grossi problemi di tipo ambientale ed economico.
Come possiamo risolvere questo problema?
- Cercare di allungare il più possibile la vita di una barca, pensando più volentieri ad un refitting che a costruirne una nuova. Per quanto possano essere importanti le modifiche da fare non avranno mai lo stesso impatto della costruzione di un imbarcazione da zero.
- Produrre imbarcazioni eco-sostenibili, utilizzando il più possibile materiali riciclabili o comunque smaltibili senza arrecare danni all’ambiente (design for recycling). Potremmo ad esempio rivalutare l’uso del legno e del metallo, materiali assolutamente riciclabili e riutilizzabili.
- Imparare a riciclare o riutilizzare la vetroresina e gli altri compositi attualmente in uso. Esistono diversi studi a riguardo, tra cui anche un progetto italiano promosso da UCINA, che si propongono di polverizzare gli scafi e usare il prodotto di combustione per fare cemento o altri materiali di costruzione. Altri progetti puntano sul recupero delle fibre di valore (come i l carbonio) mediante tecniche che sciolgono la matrice.
Aggiornamento – La Vetroresina: da rifiuto a Nuova Risorsa
Un’azienda Toscana, la Korec S.r.l., ha introdotto sul mercato un’innovazione stupefacente per il risolvere il problema del riciclo dei rifiuti in vetroresina. Come? Mettendo appunto un processo termochimico brevettato, in grado di recuperare non solo fino al 99% di fibra di vetro ma persino la parte organica della vetroresina (fino all’80%) sotto forma di liquido, che miscelata con resina vergine, potrà essere nuovamente riutilizzata per la costruzione di nuovi scafi.
Questo processo non solo è vantaggioso economicamente, grazie all’abbattimento dei costi di smaltimento e alla notevole riduzione del consumo di materie prime vergini, ma è anche più sostenibile a livello ambientale rispetto alle soluzioni oggi vigenti. Infatti, durante il processo non viene utilizzata nessuna sostanza chimica pericolosa e le emissioni sono abbattute grazie all’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili sul mercato. La Korec ha avviato un impianto pilota, in attesa di un ampliamento a livello industriale.
Il problema della vetroresina da smaltire non è dello stato o delle istituzioni ma di tutti noi, non possiamo starcene a guardare aspettando semplicemente che qualcuno faccia qualcosa! Per questo, se dovete rottamare la vostra imbarcazione vi invito a valutare tutte le possibilità prima di affondarla o abbandonarla in un campo. Anche quando acquistiamo una nuova barca possiamo fare la differenza, scegliendo e pretendendo una barca costruita con un occhio di attenzione all’ambiente che ci ospita.
Voi cosa proponete? Dite la vostra utilizzando lo spazio dei commenti qui sotto!
L’articolo è ispirato dal caffè-scienza tenutosi alla Lega Navale di Firenze in collaborazione con Projekto Studio di Architettura e Università degli studi di Firenze