Lo squalo è un animale notoriamente molto temuto dall’uomo. Se cerchiamo in rete dei video sugli squali, scopriremo che la maggior parte di questi è incentrata sugli attacchi di queste creature, sulla loro ferocia e pericolosità… Ma è davvero questa la realtà? Siamo sicuri che siano così pericolosi e aggressivi come ci immaginiamo? Cosa sappiamo veramente su questi affascinanti animali marini?
CHI È LO SQUALO
Sommario Articolo
Lo squalo fa parte del superordine dei pesci cartilaginei predatori (Selachimorpha). È caratterizzato da mascelle forti e da dimensioni importanti. Il suo nome deriva dal latino “squalus” che significa “ruvido” a identificare questa caratteristica della sua pelle dovuta alla presenza di dentelli dermici che la ricoprono e fungono da barriera contro i parassiti.
Tutti gli squali sono carnivori e si cibano di pesci di grandi dimensioni e mammiferi marini, fatta eccezione per lo squalo balena che si nutre principalmente di plancton e lo squalo zebra che invece, vivendo sui fondali, predilige molluschi e crostacei.
IL RE DEL MARE
Lo squalo è l’animale al vertice della catena alimentare marina e non ha quindi predatori naturali (a parte l’uomo). In tutto il mondo esistono più di 500 specie di squali, di cui circa 50 sono presenti anche nel Mar Mediterraneo. La presenza degli squali è diffusa in tutti gli Oceani e i mari principali, ma si possono trovare anche in acqua dolce (come gli squali di fiume).
ANTICO ABITANTE DEL PIANETA
Gli squali abitavano questo pianeta già 450 milioni di anni fa. Questo vuol dire che esistevano ancor prima dei vertebrati terrestri e prima che molte piante iniziassero a vivere sulla terra emersa.
E nel Mediterraneo? Nel 2009, in provincia di Siena, sono stati ritrovati numerosi resti fossili di squalo smeriglio, antico antenato dello squalo bianco, a testimonianza che questo animale abitava i nostri mari fin da tempi remoti. Il reperto rappresenta il primo ritrovamento di questa specie avvenuto in territorio italiano e nell’intera regione mediterranea.
DIFFUSIONE
Lo squalo predilige le acque fredde o temperate, ma è una specie diffusa in tutti i mari del mondo (ad esclusione solamente di Artico, Antartico, Mar Nero e Mar Baltico). Predilige il mare aperto, ma non di rado frequenta anche le coste.
Un rapporto del gruppo Census of Marine Life rivela che il 70% delle acque oceaniche sono prive di squali, e che sono praticamente assenti in profondità superiori ai 3000 m (abitudine che li espone maggiormente ai pericoli derivanti dalla pesca).
Va detto poi che questi animali rappresentano una piccola realtà rispetto alla grande varietà di pesci e altri animali che popolano i mari del mondo.
GLI SQUALI NEL MEDITERRANEO
Nel Mar Mediterraneo sono presenti circa una cinquantina di specie di squali, la maggior parte delle quali totalmente innocue e solo alcune (meno di dieci) definite potenzialmente pericolose per l’uomo. Dobbiamo però tenere presente che la maggior parte degli attacchi registrati sono provocati dalla nostra invasione nel loro habitat.
Ecco alcune delle specie mediterranee ritenute potenzialmente pericolose, ma sicuramente molto affascinanti:
SQUALO BIANCO (Carcharodon carcharias)

Come non iniziare da uno dei più famosi e temuti abitanti del mare: lo Squalo Bianco. Lo ricorderemo tutti nel famoso film di Steven Spielberg del 1975 “Lo Squalo”, pellicola con la quale si è guadagnato una fama terribile e non del tutto giustificata.
Anche Collodi lo cita nel suo famoso racconto “Le Avventure di Pinocchio”, dove un pescecane inghiotte Geppetto, Pinocchio e la barca su cui si trovavano. “Pescecane” è proprio il nome comune e popolare con il quale nel Mediterraneo veniva identificato lo Squalo Bianco.
Ma chi è realmente questo affascinante animale?
Lo squalo bianco è presente principalmente in Australia, Sud Africa e coste del Pacifico, ma vive anche nel Mar Mediterraneo dove, nell’area compresa tra il Canale di Sicilia, Malta e Tunisia, ha trovato l’habitat ideale per riprodursi. Per questo motivo al largo della Sicilia si sono verificati diversi avvistamenti di giovani esemplari.
Può arrivare fino a 7 metri di lunghezza, pesare sino a 2 tonnellate e raggiungere una velocità di 40 km/h. Nonostante la sua mole è una delle poche specie in grado di compiere acrobazie e salti fuori dall’acqua.
Questo animale, predatore per eccellenza, si nutre principalmente di tonni, foche, delfini e tartarughe marine e per questo motivo si sono verificati attacchi ai danni di surfisti, che da sotto l’acqua scambia per le sue prede naturali. L’uomo quindi, non rientra certamente tra le sue prede (anche per la ridotta quantità di carne e grassi che fornisce).
SQUALO MAKO (Isurus oxyrinchus)

Lo Squalo Mako abita principalmente nei mari tropicali e subtropicali o in quelli temperati, come appunto nel Mediterraneo, dove è presente ma non comune e per questo motivo è piuttosto raro avvistarlo.
Grazie alla sua agilità è uno degli squali più veloci al mondo, arrivando a raggiungere i 75 Km/h. Come lunghezza può arrivare fino a 4 metri.
È una delle poche specie di squali (assieme allo Squalo Bianco e allo Squalo Pinna Nera delle barriere coralline) in grado di praticare il “breaching”, ovvero quei grossi balzi fuori dall’acqua, che possono arrivare anche fino a 6 metri di altezza.
Per il suo carattere aggressivo e imprevedibile, il Mako è stato classificato come uno degli squali più pericolosi al mondo (tra cui vi sono anche lo Squalo Bianco, il Lueca, lo Squalo Tigre e il Longimano).
Nel tempo si sono registrati attacchi da parte di questo animale ai danni dell’uomo, ma solo perché scambiato per uno degli animali di cui si nutre, ed è bene ricordare che l’essere umano non rientra tra le sue prede naturali.
Curiosità: grazie alla sua temibile dentatura, ben più impressionante di quella dello Squalo bianco, per la famosa copertina del film “Lo Squalo” i denti del grande bianco furono sostituiti proprio con quelli ben più spaventosi del Mako.
Nel romanzo di Hemingway “Il Vecchio e il mare”, è proprio un Mako lo squalo che addenta il Marlin che il pescatore aveva catturato.
“Blu profondo” è invece il fanta-thriller che vede come protagonisti gli squali di questa specie.
Purtroppo, questo affascinante animale marino è uno di quelli a maggiore rischio di estinzione per colpa della pesca eccessiva.
VERDESCA (Prionace glauca)

La Verdesca, o Squalo Azzurro, è una specie molto diffusa nei nostri mari, specialmente nel Mar Adriatico.
Le sue dimensioni si aggirano, in media, intorno ai due metri, ma può arrivare a raggiungere anche fino a 3,5 metri di lunghezza. È un pesce pelagico, ossia che vive in mare aperto, dove il cibo spesso scarseggia, ed è per questo motivo che viene attirato da specie intruse, come può essere l’uomo. Questa specie è nota, infatti, per gli attacchi ai sopravvissuti di incidenti aerei o naufragi, ma non è uno squalo pericoloso, se non si sente minacciato.
Anche questa è una delle specie più soggette al rischio di estinzione. Infatti, ne vengono catturati e uccisi fino a 20 milioni di esemplari l’anno, perché le sue pinne sono alla base di alcune pietanze molto apprezzate nel mondo asiatico.
SQUALO MARTELLO (Sphyrnidae)

Lo Squalo Martello appartiene alla famiglia Sphyrnidae, che comprende ben nove specie diverse.
Lo Squalo Martello comune è stato più volte avvistato nel Canale di Sicilia, intorno alle coste di Lampedusa. È considerato uno degli squali potenzialmente pericolosi per l’uomo, anche se il numero di attacchi registrati fino ad oggi è molto basso.
Di indole particolarmente aggressiva è invece lo Squalo Martello Maggiore, che però è molto più raro nel Mediterraneo e abita principalmente le coste africane. È il più grande della sua famiglia e può arrivare a misurare fino a sei metri.
Tutti gli squali della famiglia sono caratterizzati dalla testa “schiacciata” e ampia, dalla tipica forma a martello. Molte sono le ipotesi degli scienziati sulla funzione di questa particolare forma, tra cui quella che possa servire per la localizzazione elettrica. Gli squali martello, infatti, si orientano grazie al campo magnetico terrestre grazie al quale riescono a individuare i campi elettrici emessi dalle potenziali prede.
Tuttavia, la reale funzione del “martello” resta ancora in gran parte un mistero.
SQUALO VOLPE (Alopias vulpinus)

Lo Squalo Volpe abita le acque tropicali, subtropicali e temperate. Non è raro trovarlo nel Mar Mediterraneo, specialmente nel Golfo del Leone, dove ha trovato un ambiente ideale per la riproduzione. Diversi avvistamenti si registrano anche nell’area adriatica.
La sua lunghezza può arrivare fino a sei metri, anche se buona parte è costituita dalla lunga coda. Sua caratteristica peculiare, infatti, è proprio la grande pinna caudale, che lo squalo volpe utilizza sia per stordire le prede che colpisce con forti sciabolate, che per la difesa personale. Di questo squalo infatti sono temuti proprio i colpi di coda, che hanno una potenza tale da arrivare persino a frantumare le ossa.
Tendenzialmente è un animale molto riservato e non è uno degli squali considerati pericolosi per l’uomo, ai danni del quale si registra solamente un attacco.
GLI SQUALI SONO REALMENTE PERICOLOSI PER L’UOMO?
Se osserviamo i dati, negli ultimi venti anni, a livello mondiale, si registra una media di 5-6 attacchi mortali l’anno ai danni dell’uomo.
Contrariamente alla percezione collettiva, alimentata dai pochissimi casi registrati e dall’azione mediatica di film, racconti e pellicole, possiamo affermare gli squali potenzialmente pericolosi per l’uomo sono davvero pochi. Di 500 specie, appena quattro sono coinvolte in episodi ai danni di esseri umani.
La paura resta quindi infondata, specialmente se si pensa che invece, sono ben 150 i casi di morte ogni anno, dovuti alla caduta in testa di noci di cocco. Giusto per fare un paragone. (Se guardiamo alla meduse, invece, questi animali provocano circa 40 morti l’anno).
Statisticamente infatti è più probabile essere colpiti da un fulmine, che essere aggrediti da uno squalo.
Nonostante le evidenze però, si è diffusa una vera e propria fobia per questi animali, chiamata “selacofobia” che indica appunto il terrore irrazionale per gli squali.
IL VERO PREDATORE DEI MARI: L’UOMO
Tra lo squalo e l’uomo, il predatore più feroce di tutti i tempi è sicuramente quest’ultimo.
Basti pensare che gli squali sono una delle specie più minacciate dall’uomo, tanto che ne arriviamo ad uccidere fino a cento milioni l’anno: una vera e propria strage degli squali. La maggior parte di queste uccisioni sono dovute alla barbara pratica dello “shark finning”, che consiste nel tagliare loro le pinne, per poi ributtarli in mare ancora vivi. Naturalmente, privati di queste parti del corpo, gli squali non riescono a nuotare e cadono sul fondale dove vengono mangiati vivi da altri pesci. Tutto questo avviene per soddisfare la richiesta di pinne di squalo da parte del mercato asiatico, dove vengono utilizzate per preparare la “zuppa di pinne”, considerato un piatto prelibato e molto pregiato.
Ma non basta. Anche la pesca industriale e quella accidentale (il cosiddetto by-catch), il bracconaggio da parte dei paesi nordafricani, o l’inquinamento marino, sono altrettante cause che stanno portando all’estinzione di molte specie di squali, animali presenti sul nostro pianeta da prima dei dinosauri…
SITUAZIONE NEL MEDITERRANEO
In tutto il mondo, 1/4 delle specie presenti negli oceani sta per estinguersi. Ma, diversamente da quanto si potrebbe pensare, anche i nostri mari sono una delle zone a più alto rischio per gli squali. Nel Mar Mediterraneo, infatti, ben la metà delle specie di squalo presenti è a rischio estinzione.
La principale causa di questo fenomeno è dovuta al by catch, ovvero alla pesca accidentale di questi animali. Si stima che circa il 15% dei pesci che finiscono per errore nelle reti dei pescherecci sia costituita proprio da squali.
Altro problema è rappresentato dalla frode alimentare: nei nostri mercati vengono spesso vendute illegalmente specie protette, sia in maniera consapevole, costituendo quindi una vera e propria frode (come la verdesca che viene fatta passare per pesce spada), sia in maniera involontaria per un’errata identificazione della specie animale. Sta di fatto che l’Italia è uno dei maggiori consumatori di carne di squalo del mondo… e spesso i consumatori ne sono inconsapevoli.
WWF LANCIA “SAFE SHARKS”
Per cercare di porre rimedio alla grave situazione che affligge questa straordinaria specie marina, ingiustamente odiata e mai abbastanza compresa, il WWF ha lanciato “Safe Sharks”. Si tratta di un progetto pilota, partito nel basso Adriatico, che si pone l’obiettivo di sensibilizzare le persone sull’importanza degli squali, sulle frodi alimentari e sul fenomeno della pesca accidentale. Allo stesso tempo si prefigge lo scopo di aiutare i pescatori a combattere questo fenomeno e portare l’attenzione delle istituzioni su questo grave problema.
Il drastico ridimensionamento degli squali negli oceani sta avendo impatti disastrosi per gli ecosistemi marini. Questi animali rappresentano l’ultimo anello della catena alimentare e ne regolano quindi l’intero funzionamento. La loro presenza è indispensabile per la vita stessa degli oceani ai quali, è bene ricordarlo, è legata anche la vita dell’essere umano su questo pianeta.