Strane e meno strane, di superstizioni marinare ne esistono un’infinità ma tutte hanno una spiegazione logica o storica.
Purtroppo, essendo credenze tramandate verbalmente, non è così facile risalire alle origini e occorre procedere per ipotesi, unendo le poche informazioni alla conoscenza del contesto storico.
Ecco le 8 credenze più diffuse e la loro storia più probabile…
Il colore verde
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Iniziamo da una delle superstizioni marinare note e diffuse tra i marinai di tutto il mondo: Il colore verde a bordo. Si dice infatti che indossare indumenti verdi o portare oggetti di questo colore in barca porti assolutamente sfortuna.
Ma come mai un colore diffuso come il verde dovrebbe essere di cattivo auspicio in mare?
Come per tutte la vecchie credenze, risalire ad un’ origine certa è quasi impossibile e le ipotesi più accreditate sono due:
Secondo la prima teoria il verde porta sfortuna in barca poiché un tempo gli ufficiali di Marina che morivano, venivano bendati e portati a casa solo dopo molto tempo, quindi ammuffiti, cioè ricoperti di muffa verde.
Per l’altra versione invece, questo era il colore della muffa o dell’ossido che si poteva formare sul legno o sul metallo delle navi, materiali con cui venivano costruite tutte le parti, scafo e albero incluso. Inutile spiegare quanto potesse essere rischioso scoprirne delle tracce in navigazione, magari ben lontani dalla costa.
Fischiare a bordo
Fin dall’antichità era ritenuto che fischiare a bordo potesse far nascere tempeste e attirare il diavolo. Se un marinaio si metteva a fischiare, questo significava che voleva misurarsi con il vento, sfidandolo a duello.
Ombrello a bordo
Tutti i marinai lo sanno: mai portare un ombrello a bordo! Purtroppo, nonostante lunghe ricerche, non sono riuscita a capire il perché.
La bottiglia che non si rompe durante il varo
La tradizione di varare una nave è incredibilmente antica. Inizialmente il rito prevedeva il sacrificio di un animale, il cui sangue veniva sparso sulla prua della nave, per attirare su di essa il favore degli dei ed evitare così tempeste, avarie e mostri marini.
Nelle epoche seguenti il sangue è stato via via sostituito con il vino e, più recentemente, con lo champagne, bevanda tradizionalmente associata al buonumore e alla fortuna. Attualmente, durante il varo di una barca, il padrino o la madrina devono rompere la bottiglia di champagne a prua o sulla chiglia. È di fondamentale importanza che essa si spacchi al primo colpo, altrimenti la barca sarà costretta a subire una vita piena di sventure e disgrazie.
Cambiare nome alla barca
La credenza marinara più nota al mondo è forse proprio quella legata al cambio del nome di una barca. Mai farlo senza i dovuti scongiuri!
Le origini non sono affatto chiare. La leggenda vuole che ogni barca abbia un’anima e che il nome, che tale anima incarna, sia inserito in un libro tenuto dagli dei del mare, che permette di riconoscerla ovunque essa navighi. Cambiare nome senza “comunicarlo” agli dei equivale perciò ad un affronto.
Secondo altri, invece, cambiando nome ad una barca si ingannano i marinai esperti, che di questa ne conoscono pregi e difetti. Essi potrebbero in questo modo imbarcarsi, a loro insaputa, su una nave tristemente nota.
Un altra ipotesi è che l’ultima doga o la polena, battezzata in chiesa con il nome dato, doveva essere l’unica donna a bordo. Cambiando nome alla barca, per gelosia, essa avrebbe potuto colare a picco la nave.
Se doveste trovare la barca dei vostri sogni, che però porta un nome orribile, sappiate che esiste una procedura per cambiare nome alla barca in modo “sicuro”. Pensate che questa procedura è ufficialmente accettata dalla marina inglese!
Un altra tecnica per chiedere la cancellazione dal registro degli dei del mare è quello (forse più noto) di far tagliare almeno tre volte la scia della barca da un’imbarcazione amica.
Salpare di venerdì
Le origini di questa superstizione marinara potrebbero essere da cercare nelle credenze religiose. Nella tradizione cristiana, infatti, il venerdì è spesso indicato come giorno di avvenimento di fatti nefasti (come la crocifissione di Cristo e la tentazione di Adamo ed Eva da parte del diavolo).
Secondo un altra ipotesi la credenza è legata al fatto che spesso i marinai venivano pagati di giovedì. Il giorno dopo, appunto venerdì, molto di essi si erano “bevuti” gran parte della loro paga e tornavano a bordo ubriachi, quindi partire quel giorno avrebbe significato un numero di incidenti molto alto.
Parlare di Conigli
Quella secondo cui è di cattivo auspicio parlare di conigli a bordo è una credenza che riguarda più che altro le barche francesi. Quando le navi partivano per lunghe traversate imbarcavano una grande quantità di viveri, tra cui anche animali vivi (volatili, maiali e i famosi conigli). Il problema con i conigli è che, essendo roditori, avevano il bellissimo vizio di sgranocchiare le loro gabbie di vimini, per poi passare allo scafo e alla canapa del cordame.
Banane a bordo
Mai portare banane a bordo! Per qualcuno è una mera superstizione marinara senza senso, per altri una regola da rispettare in ogni circostanza. Alcuni capitani, soprattutto alle isole Hawaii, arrivano persino a vietare sulle proprie imbarcazioni cibi e altri prodotti a base di banana.
L’origine di questa credenza potrebbe essere nel fatto che le banane andate a male producono gas metano, altamente tossico, oppure possono nascondere ragni o insetti velenosi. O ancora il personale di bordo potrebbe incautamente scivolare su qualche buccia.
Conosci una storia diversa per queste credenze o conosci altre azioni da evitare in barca? Lasciaci un commento, saremo felici di sentire il tuo parere! Fonti: Navis.it, Ligura Nautica e varie