Dieci giorni fa abbiamo pubblicato sulla nostra pagina Facebook una foto di una tromba d’aria marina scattata da un utente a Castiglione Della Pescaia (Toscana). Il post ha riscosso un notevole successo ed ho scoperto che, anche se vi sembrerà strano, non poche persone si sono trovate in situazioni simili.
Vi siete mai chiesti cosa fare se siete in rotta di collisione con una tromba d’aria marina?
Per rispondere a questa domanda ho intervistato Serena Giacomin, una cara amica meteorologa nonché esperta velista, che lavora attualmente per Meteo.it.
Cos’è una tromba d’aria?
Sommario Articolo
“Non è l’opera maligna di un demone o di una qualche strega. La tromba d’aria è un fenomeno meteorologico violento, una grande colonna d’aria in veloce rotazione antioraria che porta con sé polvere, detriti o altro materiale che incontra al suo passaggio. Sembra un imbuto, che dal cumulonembo si protende al suolo. Il suo diametro può raggiungere dimensioni anche di 500 metri (come quelle mostruose nella valle dei tornados in U.S.) e può essere alta fino a 1000 metri, con venti fino a 500 km/h.”
“Ma, secondo me, quel che più interessa ai vostri fan naviganti è sapere cos’è una tromba marina, un fenomeno meteorologico analogo, seppur con dimensioni e forza minori. Si genera su specchi d’acqua, quali i mari e laghi e difficilmente arriva sulla terraferma, poiché si sfalda quando la incontra. Possono avere un diametro di diverse decine di metri e venti fino a 100 km/h.”
Come e quando si formano le trombe d’aria marine?
“Basta un cumulus congestus (nube con grande sviluppo verticale), temperature superficiali marine elevate (in grado di fornire notevole energia al sistema nuvoloso) e l’incontro tra l’aria calda ascendente dal mare e aria fredda discendente dalla perturbazione. A quel punto, è fatta. Si può originare un moto vorticoso favorito dall’assenza di ostacoli in mare.”
Esistono segnali di allarme?
“Occhi aperti. Ed occhi al cielo. Prima di toccare la superficie del mare la tromba marina si manifesta con la comparsa di una nube a imbuto, detta “funnel cloud”, dalla base del cumulo. In caso di elevati tassi di umidità negli strati superficiali dell’atmosfera, l’imbuto si evolve dalla tipica base appiattita del cumulonembo verso la superficie del mare fino a raggiungerla. Nel frattempo sull’acqua è apparso un disco chiaro circondato da un’area scura, di forma indeterminata; poi delle bande spiraleggianti, chiare e scure, che si dipartono dalla macchia scura; e poi un denso anello vorticoso di spruzzi d’acqua in salita verso la base della nube. Solo quando il flusso di aria calda nella tromba si esaurisce, di solito in 15/30 minuti, si può dire che l’incubo sia finito. L’imbuto si dissipa, e resta solo da controllare che non ci siano altri ‘funnel cloud’ nei paraggi.”
E’ possibile prevedere una tromba d’aria marina?
“Non è possibile prevedere la formazione di una tromba marina ed il suo percorso una volta formata. Sono fenomeni di breve durata e di piccola estensione. Inoltre, la tromba marina si può muovere con velocità comprese tra 50 e 80 km/h, in maniera imprevedibile. Però è possibile prevedere condizioni di maltempo adatte alla loro formazione. E, quindi – come dire – meglio girare al largo! Anzi meglio restare in porto!”
Quali danni può effettivamente causare ad un imbarcazione e al suo equipaggio? Cosa fare (o non fare) assolutamente?
“Il comandante della nave potrebbe recitare con un coltellaccio in mano il cosiddetto ‘padrenostro verde’. La tradizione, infatti, invita i naviganti ad elencare una sequela di indicibili bestemmie, atte ad ingraziarsi il demone maligno autore della tromba marina. Ma ci sono norme di comportamento molto più sicure. Ad esempio non uscire in barca quando le carte sinottiche mostrano chiara presenza di instabilità atmosferica, in particolare durante tarda estate e autunno quando le temperature superficiali dell’acqua sono più elevate. Se proprio proprio non ce l’avete fatta a restare in porto ricordatevi che avete a che fare con un fenomeno imprevedibile e spesso la direzione della tromba non è quella del vento dominante: se la sua forma è quella di un cilindro verticale significa che il vento tra il suolo e la base del cumulonembo è più o meno costante in intensità e direzione; se invece la tromba assume forme molto inclinate è probabile che il vento al suolo sia diverso da quello che soffia alla base della nube. Quindi fate attenzione che la base dell’imbuto non sia inclinato verso la vostra posizione. In questo caso spostatevi dalla rotta di collisione. E tenete sotto controllo il barometro, perché il passaggio del vortice è caratterizzato da una forte e repentina caduta della pressione atmosferica.”
“Se possibile, non allontanatevi dalla costa! Anzi occorre fare rotta al porto più sicuro, immediatamente, ricordandosi che la tromba marina al contatto con il suolo si sfalda. Nel caso in cui ci si trovi al largo, meglio ammainare le vele, mettere al sicuro tutto l’equipaggio sottocoperta, ma senza chiudere il tambuccio, dato che questo potrebbe causare l’implosione degli oblò. Inoltre, nel caso in cui la tromba marina sia in avvicinamento, è bene, poco prima di essere investiti, lanciare una chiamata di soccorso con le proprie coordinate. In ogni caso, la maggior parte delle volte i danni sono lievi. Basta, come ogni buon navigante fa, seguire le corrette norme di sicurezza.”
Serena Giacomin Nasce a Milano nel 1984. Nel 2009 consegue la laurea specialistica in Fisica dell’Atmosfera e Meteolorogia all’Università degli Studi di Bologna, con tesi in trasferimento radiativo. Nel 2010 segue il Master RIDEF e si diploma al politecnico di Milano in energie per Kyoto, efficienza e decentramento energetico. Alla fine del suo corso di studi ha lavorato in ENI S.p.A come ingegnere di giacimento, settore tecnologie avanzate, in progetti pilota per l’utilizzo di energie rinnovabili. Dal 2010 al 2014 ha scelto di occuparsi a tempo pieno di divulgazione scientifica come responsabile di redazione nel progetto “ClassMeteo” di Class Editori. Ha curato e condotto “Prometeo”, trasmissione TV dedicata alla scienza. Lavora attualmente come meteorologa per Meteo.it
Su come si originano le trombe d’aria marine e sulla loro imprevedibilità non ci sono dubbi ma sul da farsi si incontrano pareri contrastanti. C’è chi afferma, come Serena, che è meglio rimanere vicino alla costa e se possibile tornare a terra e chi invece sostiene il fatto che sia meglio rimanere al largo. Di sicuro una volta individuata la rotta della tromba d’aria è meglio allontanarsi rapidamente!
Tu che ne pensi?